Francesco Fata ha scritto:..............................
e ciò sta a significare che le spese si pagano soprattutto emettendo titoli in cambio di soldi mentre le entrate fiscali sono utilizzate soprattutto per pagare il debito in scadenza.
Umiltao ha scritto:Sembra quasi che nella sottovoce «circolazione di Stato» sia compresa anche l' emissione di biglietti di Stato a corso legale e/o monete metalliche, quindi tali forme monetarie rappresenterebbero per lo Stato un titolo di debito irredimibile (scadenza infinita) infruttifero (senza interessi a favore del portatore).
Meglio così. E' scorretto dire che la scadenza è infinita: è spostata all' infinito in ordine di tempo.Umiltao ha scritto:Sembra quasi che nella sottovoce «circolazione di Stato» sia compresa anche l' emissione di biglietti di Stato a corso legale e/o monete metalliche, quindi tali forme monetarie rappresenterebbero per lo Stato un titolo di debito irredimibile (durata infinita) infruttifero (senza interessi a favore del portatore).
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fonte http://www.tesoro.it/ufficio-stampa/com ... ?idc=26086 La circolazione dei BOT al 3 gennaio 2011 era pari a 139.248,896 milioni di euro, di cui 55.290 milioni di euro semestrali e 83.958,896 milioni di euro annuali. |
Christian Tambasco ha scritto:Francesco Fata ha scritto:..............................
e ciò sta a significare che le spese si pagano soprattutto emettendo titoli in cambio di soldi mentre le entrate fiscali sono utilizzate soprattutto per pagare il debito in scadenza.
sintesi perfetta direi
Falso o quantomeno grossolano, anche perché dipende da quantitativi in continua variazione.vitampropatriaexponimus ha scritto:Quando viene affermato che circa l'80% delle nostre tasse serve per pagare il debito pubblico
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Occorre infatti andare sul sito della Ragioneria Generale dello Stato (RGS) per avere un quadro ancorché semi-completo ma assolutamente da leggere e salvare: http://www.rgs.mef.gov.it/VERSIONE-I/Fi ... F-2010.pdf In particolare la tabella che ci interessa per capire composizioni e consistenze è quella di pag. 9. Le descrizioni precedono la tabella stessa. |
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In accordo con la revisione dell'Eurostat del 23 maggio 2005, i titoli e i prestiti a medio/lungo termine al passivo delle Amministrazioni centrali includono il debito contratto dalla societa' Infrastrutture spa per il finanziamento del progetto alta velocita' (TAV). I dati di flusso relativi al quarto trimestre del 2003 delle Amministrazioni pubbliche e degli Altri intermediari finanziari sono ora calcolati al netto della variazione delle consistenze dovuta alla riclassificazione della Cassa Depositi e Pre-stiti, in precedenza classificata tra le Amministrazioni centrali. A partire dal 30 settembre 2006, le consistenze degli Altri intermediari finanziari e delle Istituzioni finanziarie monetarie, relative a depositi e prestiti, risentono dell'inclusione della CDP nella Lista delle Istituzioni finanziarie monetarie. Fino al primo trimestre del 2007 la raccolta di conti correnti svolta da Poste Italiane, con vincolo di impiego della liquidita' presso il MEF, veniva direttamente considerata passivita' del MEF verso i depositanti. La legge finanziaria sul 2007 (comma 1097 e segg.) ha eliminato l'obbligo di riversamento di tali conti correnti presso la Tesoreria dello Stato. I conti correnti in questione sono stati quindi classificati come passivita' di Poste Italiane nei confronti dei depositanti. La disposizione legislativa ha prodotto effetti visibili, a partire dal secondo trimestre 2007, sulle passivita' in depositi e atti-vita' in titoli delle Societa' non finanziarie, settore istituzionale in cui rientra Poste Italiane. |
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La casa editrice leader nell'informazione finanziaria, nel lifestyle, nella moda e nel lusso per l'upper class Ultime notizie a cura di MF-DowJonesNews MILANO FINANZA PER L'ITALIA E GLI ITALIANI: metti in salvo il paese MILANO (MF-DJ)--MF Dow Jones (l'agenzia economico-finanziaria controllata congiuntamente da Class Editori e Dow Jones & Co) si fa promotore dell'iniziativa congiunta di Milano Finanza, Italia Oggi e il Canale Class Cnbc (canale 505 di Sky) per sensibilizzare l'Italia e gli italiani a compiere atti concreti per la salvezza del paese e sottoscrivere i titoli di nuova emissione che verranno immessi sul mercato a settembre in occasione delle prossime aste. E' possibile inviare sottoscrizioni all'indirizzo: redazionemfdj@mfdowjones.it. L'appello e' stato lanciato da Paolo Panerai, direttore di Milano Finanza ed editore del gruppo Class, nella rubrica Orsi&Tori di Milano Finanza in edicola e avallato dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. "Gli italiani -scrive Panerai- non ci stanno a essere ridotti sul lastrico. L'Italia non e' ne' la Grecia ne' il Portogallo. L'Italia e' ricca: e' ricco lo Stato, che ha un patrimonio demaniale e di opere d'arte che da soli valgono piu' del debito pubblico ... e sono ricchi gli italiani (almeno una parte consistente degli italiani) come del resto ha dimostrato il bilancio consolidato del debito nazionale che ha fatto emergere un paese nel suo complesso piu' solido di Gran Bretagna e Germania, e a livello analogo a quello della Francia". Panerai, attraverso Milano Finanza "apre una sorta di sottoscrizione non materiale ma di impegno morale fra i cittadini perche' si dichiarino, in faccia alla speculazione, pronti a contribuire al buon esito del collocamento dei titoli pubblici che lo Stato dovra' emettere da ora in poi". "Se l'Italia ha bisogno, noi ci siamo. Siamo imprenditori, professionisti, manager, comuni cittadini. No, non ci stiamo a che l'Italia sia ridotta sul lastrico. Siamo un paese forte, ricco, con un debito pubblico altissimo, ma con un debito consolidato pubblico-privati nettamente piu' basso della Gran Bretagna, piu' basso della Germania, pari a quello della Francia. Le nostre industrie, le nostre banche, sono solide. La ricchezza liquida del paese e' piu' di 10 volte (oltre 3.000 miliardi di euro) l'ammontare dei titoli che ogni anno lo Stato italiano deve emette per rinnovare quelli in scadenza. Il 50 per cento del debito pubblico e' in mano a noi italiani. Se all'Italia serve, se dovesse servire il nostro aiuto per le emissioni, noi ci siamo". Hanno gia' aderito: Guido Alpa (Presidente Consiglio nazionale forense), Paolo Astaldi (Presidente gruppo Astaldi), Luca Barabino (CEO, Barabino & Partners), Giovanni Berneschi (Presidente Carige), Arnaldo Borghesi (AD, Borghesi Colombo & Associati), Mario Boselli (Presidente Camera Nazionale Moda), Urbano Cairo (CEO, Cairo Comunications), Marina Calderone (Presidente Consiglio Nazionale Consulenti Lavoro), Marco Cattaneo (AD, Momo), Giuliano Cazzola (Vicepresidente Commissione Lavoro Camera), Paolo Andrea Colombo (Presidente Enel), Vincenzo Consoli (AD, Veneto Banca), Fulvio Conti (AD, Enel), Luca Cordero di Montezemolo (Presidente Ferrari), Diego Della Valle (CEO, Tods), Claudio Descalzi (Direttore Generale Eni), Maurizio De Tilla (Presidente OUA), Massimo Di Risio (Presidente DRAutomobiles), John Philip Jacob Elkann (Presidente Fiat Spa, Exor e Giovanni Agnelli & C), Massimo Fortuzzi (AD, iDea sim), Guido Galimberti (AD, Opera art consulting), Pietro Giuliani (AD, Azimut), Gian Maria Gros Pietro (Economista), Luigi Guatri (professore emerito e vicepresidente del Consiglio dell'Universita' Bocconi) Fiorella Kostoris (Economista), Ennio La Monica (DG, Carige), Stefano Landi (Presidente LandiRenzo), Giancarlo Laurini (Presidente Consiglio Nazionale Notariato), Stefano Lucchini (Direttore Comunicazione Eni), Raffaello Lupi (Ordinario di Scienza delle Finanze e Diritto Tributario a Roma Tor Vergata), Gabriello Mancini (Presidente Fondazione Banca Mps), Vincenzo Manes (CEO, Kme group), Sergio Marchionne (AD, Fiat Spa e ceo, Chrysler), Mauro Masi (Giurista, Delegato Italiano per la Proprieta' Intellettuale), Francesco Micheli (finanziere), Paolo Moretti (Presidente istituto per il governo societario), Giuseppe Moro (Presidente e AD di Convert Italia),Cesare Mozzi (finanziere), Antonella Nonino (imprenditrice), Benito Nonino (imprenditore), Cristina Nonino (imprenditrice), Elisabetta Nonino (imprenditrice), Giannola Nonino (imprenditrice), Michele Norsa (AD, Salvatore Ferragamo), Roberto Orlandi (Presidente consiglio nazionale agrotecnici), Carlo Pesenti (CEO, Italcementi), Claudio Pieri (Direttore Generale Fond Monte Paschi Siena), Gianni Punzo (Presidente Cis Spa), Giovanni Perissinotto (AD, Generali), Giuseppe Recchi (Presidente Eni), Aurelio Regina (Presidente Unindustria, aderiscono inoltre tutte le oltre 4.000 aziende associate), Ettore Riello (Presidente Riello Group), Andrea Riffeser Monti (AD, Poligrafici Carlino - Nazione - Giorno), Guido Salerno Aletta (Economista), Stefano Sardelli (DG, Invest Banca), Paolo Scaroni (CEO, Eni), Pietro Scott Jovane (AD, Microsoft Italia), Giorgio Sganga (Segretario Consiglio Nazionale Dottori Commercialisti), Claudio Siciliotti (Presidente Consiglio Nazionale Dottori Commercialisti), Mauro Spreafico (Strategist, Schroeders), Silvia Spronelli (Presidente di Solo Affitti), Gaetano Stella (Presidente Confprofessioni), Paolo Svetlich (Finanziere), Giovanni Tamburi (CEO, Tip), Marco Tronchetti Provera (CEO, Pirelli), Victor Uckmar (Giurista, Presidente Certi Universita' Bocconi), Antonio Vigni (Direttore Generale Banca Mps), Giuseppe Vitaletti (economista), Mario Zanone Poma (Presidente Fondazione Filarete), Gianni Zonin (Presidente Zonin Spa e Banca Popolare di Vicenza) Adesione anche da parte della Presidenza della Repubblica, per mano del Segretario Generale, Donato Marra che ha recapitato il seguente messaggio: In relazione alla cortese comunicazione sulla iniziativa di MF-Milano Finanza volta a promuovere l'impegno delle forze piu' attive del paese per far fronte alla delicata situazione economica e finanziaria di questo difficile momento, mi fa piacere rilevare che la campagna incontra naturalmente l'auspicio espresso dal Presidente della Repubblica affinche' dal confronto tra le forze politiche, di governo e di opposizione e le parti sociali possano emergere scelte responsabili "per stimolare l'indispensabile crescita dell'economia e dell'occupazione a integrazione delle decisioni sui conti pubblici volte a conseguire il pareggio del bilancio". In questa direzione risulteranno utili tutti i contributi. Seguiremo, quindi, con attenzione e interesse gli sviluppi della iniziativa che il suo giornale promuove nella convinzione che "l'Italia e' un paese su cui ancora scommettere". Donato Marra, Segretario Generale della Presidenza della Repubblica (fine) MF-DJ NEWS 14:37 17 ago 2011 |
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Il 50 per cento del debito pubblico e' in mano a noi italiani. |
Se si utilizzano questi due documenti, si ricavano i dati per le Società Finanziarie Non Monetarie italiane e per le Società Non Finanziarie italiane, non per quelle di tutto il Mondo.Umiltao ha scritto:Procedendo con le stesse modalità finora utilizzate, con gli stessi due documenti si può risalire alle rimanenti quote di Debito Pubblico (circa il 35% del totale, poiché 100 - 13 - 52 = 35), possedute dalle Società Finanziarie Non Monetarie e dalle Società Non Finanziarie.
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non si tiene conto di altre passività quali i debiti commerciali inclusi nella categoria AF.7. Per effetto della procedura di consolidamento, dal debito debbono inoltre essere escluse quelle passività che costituiscono attività detenute da altri sottosettori delle Amministrazioni pubbliche; |
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L’intreccio Tesoro-Morgan Stanley: una delle più colossali truffe della storia italianaECONOMIA, In risaltovenerdì, 9, giugno, 2017 Una delle più colossali truffe della storia italiana, seconda forse solo a quella sulla manipolazione di mercato da parte delle agenzie di rating del 2011-2012, sta venendo alla luce grazie all’opera paziente dei pubblici ministeri della Corte dei Conti, che ha invitato le parti a fornire deduzioni di Alberto Micalizzi Le parti hanno nomi e cognomi ben precisi. Da un lato c’è la Morgan Stanley, advisor del Tesoro per la gestione del debito pubblico, accusata dalla Corte dei Conti di “palesi violazioni dei principi di correttezza e buona fede nell’esecuzione contrattuale“, di violazione dell’obbligo professionale di assistenza “anche mediante attività di consulenza e ricerca” (Dm 13 maggio 1999, n.219) e di aver ingiustamente sottratto €4,1 miliardi allo Stato italiano attraverso contratti derivati truffaldini. Dall’altro ci sono i dirigenti del Tesoro, MariaCannata, il suo predecessore Vincenzo La Via e gli ex direttori del Tesoro, Domenico Siniscalco e Vittorio Grilli, accusati di “negligenza”. Insieme sono corresponsabili per il 30% del danno erariale, quindi per circa €1 miliardo. La notizia di oggi, riportata persino dal bollettino della finanza internazionale meglio noto col nome di “Repubblica” (“Derivati, l’accusa della Corte dei Conti: “Tesoro negligente” riguarda il deposito delle deduzioni delle parti che consente al procedimento guidato dalla Corte dei Conti di avviarsi a conclusione. Personalmente lavoro da anni su questo filone e l’idea che mi sono fatto è che vi siano commistioni strutturali e durature nel tempo tra i dirigenti del Tesoro e i massimi dirigenti delle banche d’affari, un’idea avvalorata anche dalle evidenze emerse nel filone giudiziario “cugino” relativo alle agenzie di rating, che sono possedute dalle stesse banche d’affari che trattano i derivati con il Tesoro italiano. A comprova di ciò basti pensare che nonostante queste pesantissime accuse da parte del maggiore organo di magistratura contabile dello Stato, la Morgan Stanley resta stabilmente nella lista degli specialisti selezionata dal Tesoro per la gestione del debito pubblico, e Maria Cannata è tuttora Direttore del dipartimento, oltre ad essere in forza al Tesoro dal 1990 (cioè dalla caduta del muro di Berlino…). Denunciai la gravità del “problema derivati” già nel 2015, quando pubblicai uno dei primi articoli sul tema “I tassi scendono ma non per l’Italia” (31 Agosto 2015), nel quale rilevavo che nel 2008 l’Italia ha pagato in media il 4,6% di interessi passivi sul debito pubblico e nel 2014 il 4,3%. Negli stessi anni i tassi di mercato interbancario sono crollati dal 3,7% allo 0,4%! Come è stato possibile tutto ciò? Proprio a causa dei derivati. Infatti non mi sfuggì una dichiarazione di Maria Cannata che affermò che a fine 2014 questi contratti derivati generavano 42,6 miliardi di perdita per il Tesoro. Infatti, mentre il Tesoro si faceva prestare la moneta dalle banche internazionali attraverso la vendita di BOT e BTP, si impegnava anche a pagare degli extra-premi nel caso i tassi di mercato fossero scesi, rinunciando quindi volontariamente a beneficiare della discesa dei tassi. Ecco perché in Italia la spesa per interessi continua ad essere di decine di miliardi di Euro nonostante i tassi rasentino lo zero. Dunque, sappiamo che la Morgan Stanley è tuttora messa a “protezione” del debito pubblico italiano, ed una compagnia di negligenti è incaricata di interagire con essa! Che dire? Successivamente alle mie analisi ed indagini sui derivati compresi che il problema era molto più profondo, e riuscii a metterlo pienamente a fuoco soltanto pochi mesi fa quando ebbi modo di visionare alcuni dei famigerati contratti derivati oggetto dello scandalo. Così lo scorso 13 Febbraio 2017 scrissi e feci circolare l’articolo “L’emorragia da derivati: l’intreccio Tesoro-banche d’affari (prima parte)” che invito tutti a rileggere perché contiene spunti decisivi per capire cosa sta accadendo, anche al di là di quanto i pubblici ministeri della Corte dei Conti hanno fatto trapelare sino a questo momento. In un passaggio chiave dell’analisi accennavo alla possibilità di una “simulazione contrattuale” dato che l’estinzione anticipata di questi contratti, fruttati alla Morgan Stanley €3,1 miliardi nel solo mese di Gennaio 2012, fu possibile grazie ad una clausola unilaterale che scattava al superamento di una soglia di €50 milioni oltre la quale Morgan Stanley aveva il diritto unilaterale di estinguere il contratto in anticipo e di incassare il profitto.Dunque, contratti a termine, che conferiscono diritti simmetrici tra le parti, sono stati di fatto trasformati in contratti di opzione, che hanno natura a-simmetrica, a vantaggio della Morgan Stanley, senza però che la banca pagasse al Tesoro il premio che le opzioni prevedono! Relativamente all’intreccio tra dirigenti pubblici e banchieri d’affari rilevavo che nel corso degli anni 2000 il Tesoro abbia sottoscritto numerosi altri contratti derivati con la Morgan Stanley, come risulta dalla citata audizione di Maria Cannata,nonostante la clausola di estinzione anticipata unilaterale fosse già in essere (a questo proposito Cannata, nei documenti raccolti dalla Corte dei Conti, ha affermato di non essersene accorta…). Ecco dunque profilarsi un quadro di intrecci, di conflitti di interessi permanenti, di manipolazione, di abuso di posizioni e ruoli consolidatisi nel tempo come le peggiori monarchie ereditarie. Non pensavo che un giorno sarei arrivato a citare Repubblica, ma lo faccio volentieri quando ricorda che “La situazione di deferenza del Tesoro è evidente…..Chi ha debiti, è da sempre in mano alle banche. Come vadano, poi, le carriere dei direttori del Tesoro è sotto gli occhi di tutti: Draghi approdò in Goldman Sachs, Siniscalco in Morgan Stanley e Grilli in Jp Morgan”. Qualche magistrato in ascolto coglierà questa poco velata denuncia di conflitto di interessi rivelata persino da Repubblica? Già, quel Siniscalco che, lo ricordavo 5 mesi fa, nel 2004 sottoscrisse il derivato con la Morgan Stanley quando era Direttore Generale del Tesoro, e che poi ritroviamo nel 2012 come Direttore della Morgan Stanley…ad esercitare la clausola di estinzione anticipata contro il Tesoro! Verrebbe quasi da pensare che Repubblica abbia letto il mio articolo dove sostenevo che la finanza predatoria ha tentacoli infiniti il cui fine ultimo è quello di sottrarre risorse dall’economia reale a vantaggio della sfera finanziaria e che il debito rappresenta l’habitat naturale nel quale la finanza predatoria muta e si riproduce come una colonia batterica inserita in un ambiente umido. Già, il debito, l’invenzione più tragica, astratta e predatoria che l’uomo abbiamo potuto concepire, senza la quale nessuna speculazione finanziaria, rating, derivati, manipolazione avrebbero più la possibilità di attaccare il tessuto sociale ed economico, e senza la quale i popoli, ovvero lecomunità politiche di donne e uomini liberi, prospererebbero senza terrore, senza sopraffazione, senza catene. |
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