Francesco Fata ha scritto: Lo ridico: tutti possono prestare la moneta tranne chi la crea, a meno che non sia lo stato a crearla. In questo caso, mi sta bene che chi mi presta il denaro lo stia creando.
Ma in questo modo non farebbe altro che emulare l'attuale sistema bancario, solo che si chiamerebbe "Stato" invece che "Banca".
A meno che tu non intenda attuare allo stesso tempo un emissione complementare, libera dal debito. Ma allora che senso avrebbe "creare e prestare"?
La moneta dovrebbe essere SEMPRE dichiarata di proprietà del portatore all'atto dell'emissione, insomma, l'importante è che non incorpori la caratteristica del debito, cioè come fa il sistema bancario ora, che crea e presta(contemporaneamente) ed alla scadenza del debito distrugge la quota capitale.
Francesco Fata ha scritto:
L'interesse poi E' UN problema!
Mi sembrava fosse chiaro!
Con l'emissione statale (non più a debito) non avrebbe più senso l'interesse.
Ma se a fianco di questa emissione c'è la gestione del credito ai privati fatta dallo stato, l'interesse diverrebbe lo stesso un problema in quanto mancherebbe quella "neutralità" della moneta che è basilare per mantenere intatto il potere monetario del popolo. Se io popolo(tutto) devo pagare l'interesse eroderò la moneta circolante e dovrò fare ulteriore debito per reintegrarla. L'interesse non ha mai senso, convenienza, etica, giustizia per il popolo.
L'interesse non deve esistere MAI.
Ma scusa, il sistema bancario, ora, crea anemia monetaria ed un costante indebitamento perché:
-ha il monopolio dell'emissione monetaria.
-presta senza alcunché togliere.
-chiede l'interesse sul prestito.
Allo stesso tempo.
Quindi in teoria, cambiando una delle tre caratteristiche il problema dell'insolvenza andrebbe risolto.
E non si creerebbe anemia monetaria, in quanto il denaro che viene drenato dal creditore, verrebbe comunque recuperato dall'economia incrementando la quantità di moneta creata dall'ente emittente, quindi la collettività sarebbe sempre solvibile nei confronti del creditore.
Francesco Fata ha scritto:1) L'interesse è il principale fattore che schiavizza il popolo, ancor più che l'emissione a debito. Perche?
Perchè l'interesse permette al prestatore (stato o privato) di prosciugare la collettività di moneta circolante (anemia monetaria) senza nello stesso momento intaccare il debito per lo stesso importo.
Se ci fosse emissione a debito ma senza interesse, nel momento in cui il soggetto finanziato rimborsa una rata, è vero che la colletività si prosciuga di moneta circolante, ma nello stesso momento riduce anche il suo debito. Alla fine, la colletività (per assurdo) basterebbe che restituisse tutto il denaro circolante, che avrebbe azzerato tutto il suo debito senza restarne schiava, cosa che non avverrebbe con la presenza dell'interesse. Infatti con esso la collettività non è in grado di azzerare tutto il debito restituendo tutto il denaro circolante. Già dal primo giorno successivo al prestito, restando comunque schiava del (dei) prestatori.
Anche qui fai l'esempio sempre in un sistema in cui l'emissione non è staccata dal debito.
Come si può creare anemia monetaria o insolvibilità se c'è un altra fonte che emette moneta (a credito) oltre che i prestatori?
Ricordo che non sono neanch'io d'accordo con l'interesse sul prestito, non c'è alcun dubbio che chi lo attuerebbe si arricchirebbe (anche enormemente), ma in un regime di moneta proprietà non capisco come possa creare squilibri nell'intera economia se esso presta, ripeto ciò che ha in cassa, quindi non dispone del monopolio dell'emissione monetaria.
Perdonatemi, ma non capisco questo punto, gradirei che mi fosse spiegato.