momamma!!

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[>>] Da Il Sole 24 Ore del 17 Marzo 2009 [^] |
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Liquidità a go-go. Quando la Fed chiuderà i rubinetti li aprirà la Bce? I mercati iniziano a scontare l'avvio, seppur simbolico, del tapering. Di cosa si tratta? Del piano di riduzione degli stimoli monetari che la Federal Reserve (la Banca centrale degli Stati Uniti) ha avviato lo scorso anno (è il terzo piano dal 2009) per stimolare l'economia. In cosa consiste? La Fed acquista ogni mese 45 miliardi di titoli di Stato e 40 miliardi di titoli legati al mercato immobiliare. Li compra sul mercato, quindi chi glieli vende? Fondi, banche e investitori istituzionali, foraggiati da questa nuova iniezione di liquidità, che è una delle varie tecniche attraverso cui le banche centrali "stampano moneta". Per dare l'idea dell'entità della manovra, la Fed ogni mese "stampa moneta" per un importo non lontano da quanto paga in un anno l'Italia per sostenere (in termini di interessi) il debito pubblico da 2mila miliardi di euro. L'Italia paga circa 90 miliardi di euro l'anno, al cambio attuale circa 120 miliardi di dollari (all'anno) mentre la Fed ne immette 85 miliardi al mese. Per quantificare quanta liquidità una banca centrale immette nel sistema basta osservare l'attivo in bilancio. Bene, l'attivo della Fed è passato dagli 869 miliardi di dollari di inizio agosto 2007 – prima che scoppiasse la bolla dei derivati subprime – a 3.038 miliardi. E l'attivo della Bce? Nell'ultimo anno in realtà è diminuito, come dimostra questo grafico. Attivobce La spiegazione è semplice. Tra dicembre 2011 e febbraio 2012 la Bce ha immesso sul mercato 1.000 miliardi di euro a favore di circa 800 banche europee lanciando due piani Ltro (prestiti agevolati alle banche da restituire in 3 anni). E' un'altra tecnica per "stampare moneta". Le banche hanno preso questa liquidità e l'hanno utilizzata prevalentemente per acquistare titoli di Stato sul mercato secondario facendo sgonfiare i rendimenti, facendo sbollire le tensioni sugli spread e, allo stesso tempo, portando a casa un po' di plusvalenze in bilanci messi in difficoltà da crediti che, complice la crisi, vanno via via deteriorandosi (paradossalmente anche a causa del fatto che le banche avendo preferito compiere operazioni finanziarie sui titoli di Stato piuttosto che immettere la liquidità dell'Ltro nell'economia reale hanno quindi voltato le spalle a molte imprese contribuendo a deteriore il credito stesso che esse vantavano con le imprese oggi in difficoltà). Questa, però, è un'altra parentesi che meriterà certamente un futuro post. Torniamo alle banche centrali e alla liquidità. Molte delle 800 banche hanno restituito la liquidità presa in prestito dalla Bce, quelle che sono più indietro nel farlo sono quelle spagnole e italiane, come si evince da quest'altro grafico. BanchespagnoleitalianedebitibceIn ogni caso il risultato non cambia, nell'ultimo anno la Bce ha drenato liquidità dal sistema più che immetterla, stando a quando emerge dal suo attivo in bilancio. Adesso, quando dalle parti dell'economia reale dell'Eurozona incombe il rischio deflazione (che in Grecia non è più solo un rischio da due trimestri) tutti si aspettano uno sforzo in più da parte della Bce. Nei giorni scorsi l'economista Nouriel Roubini ha profetizzato che la "La Bce lancerà il suo quantitative easing", ovvero un piano di acquisto di titoli per immettere nuova liquidità nel sistema. Per farlo il governatore Draghi dovrà convincere i membri del consiglio direttivo della Bce, divisi tra colombe e falchi. Le prime sono favorevoli all'espansionismo monetario (stampar moneta), i secondi, guidati dal tedesco Jens Weidmann sono contrari. Immettere nuova moneta rischia in futuro di creare inflazione e la Germania che, come dimostra l'andamento dei saldi Target 2 (debiti e crediti delle banche nazionali dei Paesi dell'euro nei confronti della Bce), è in questo momento il più grande creditore dell'area euro, sarebbe danneggiata da un ritorno dell'inflazione perché permetterebbe ai debitori di pagare con la nuova moneta cattiva (perché inflazionata) il debito. Secondo Roubini "Weidmann doesn't matter", ovvero Draghi riuscirà comunque a vincere la resistenze dei falchi. Ed è quindi ipotizzabile che nel 2014 mentre la Fed annuncerà il tapering (quindi avvierà una programma di uscita dall'iniezione di liquidità, quindi ne stamperà prima 75 mld al mese, poi 60 fino a zero) al contrario la Bce potrebbe inaugurare un quantitative easing (piano di immissione di liquidità). Tra le due banche quindi ci potrebbe essere una staffetta. In fondo ai mercati poco importa da chi arrivino questi soldi, basta che arrivino. E' risaputo infatti che lo sgonfiamento degli spread in Europa è in buona parte dovuto ai soldi che stanno arrivando dagli Stati Uniti così magari gli Stati Uniti potrebbero aspettarsi (in teoria) che una parte della futura liquidità della Bce vada a tener basso il rendimento dei titoli di Stato americani, in particolare quello a 30 anni, a cui sono agganciati i mutui e quindi, a ruota, la ripresa del mercato immobiliare a stelle e strisce. In questo schema finanziario, però, le imprese (l'economia reale) al momento sembrano ancora una volta in secondo piano. Speriamo ovviamente di sbagliarci. |
Broad Money Definition of 'Broad Money' In economics, broad money refers to the most inclusive definition of the money supply. Since cash can be exchanged for many different financial instruments and placed in various restricted accounts, it is not a simple task for economists to define how much money is currently in the economy. Therefore, the money supply is measured in many different ways. Broad money is used colloquially to refer to a broad definition of the money supply. In the U.S. the most common measures of the money supply are termed M0, M1, M2 and M3. These measurements vary according to the liquidity of the accounts included. M0 includes only the most liquid instruments, and is therefore narrowest definition of money. M3 includes includes liquid instruments as well as some less liquid instruments and is therefore considered the broadest measurement of money. Complicating the situation, different countries often define their measurements of the money slightly differently. In academic settings, the term "broad money" should be separately defined in order to prevent potential misunderstandings. |
Broad Money Definition Broad money is the definition of the Money Supply which includes a wider scope for the definition of money. Narrow money is seen as basic amount of notes and coins and operational deposits at Bank of England. Broad money includes notes and coins but also saving accounts and deposits in savings account. Broad money can also include Treasury Bills and gilts. These financial securities are seen as ‘near money’ Broad money includes M2, M3, M4 Broad money tends to be less stable than narrow definitions |
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[>>] Quindi chiudiamo anche questa CONTRO bufala sulla creazione-non-creazione di moneta da parte di banca centrale, fornendo, come se ce ne fosse (ancora) bisogno, l'ennesima prova valida anche per il settore privato (bCOM). [^] |
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Ecco perché la Bce non può fare come Usa e Giappone, salire su un elicottero e distribuire denaro. Ci sono altre vie per "stampare moneta" nell'area euro? di Vito Lops24 giugno 2014Commenti (15) IN QUESTO ARTICOLO Media Argomenti: Istituzioni dell'Unione Europea | Banca del Giappone | Wall Street | Morgan Jp | Jurgen Stark | Borsa di Francoforte | Pubblica Amministrazione | Bank of Japan | Stati Membri Tweet My24 Il 20% dell'enorme debito pubblico del Giappone (230% del Pil, il terzo Pil del pianeta da circa 6mila miliardi di dollari è nelle mani della Bank of Japan. A renderlo noto è la stessa BoJ in un comunicato. Cosa significa? Semplicemente che l'istituto centrale che guida la politica monetaria dalle parti di Tokyo negli ultimi due anni ha stampato molta moneta (al ritmo di 1.000 miliardi di dollari) l'anno e ora detiene circa 2mila miliardi di dollari del debito giapponese. Già, stampare moneta. Ma cosa significa? Davvero è possibile caricare banconote su un elicottero e distribuirle al popolo (metafora che riprende l'immagine usata dal premio Nobel Milton Friedman per descrivere un aumento dell'offerta di moneta che piove dal cielo)? Cosa significa esattamente stampare moneta? Significa emettere nuova moneta in un sistema economico al netto di quella ritirata. Contrariamente a quanto si può credere quando uno Stato emette nuovi titoli di debito pubblico (vende sul mercato titoli di Stato) chiede un prestito agli investitori (sia che essi siano stranieri siano che siano cittadini residenti nello stesso Stato) ma non emette nuova moneta. È una partita di giro, attraverso la quale lo Stato "ritira" tecnicamente della moneta già esistente (nei portafogli degli investitori) impegnandosi a restituirla a un certo tasso di interesse. Quello che viene difatti creato dal nulla quando lo Stato emette nuovo debito è un ammontare di interessi, moneta che lo Stato dovrà procurarsi da qualche parte (nella maggior parte dei casi accade emettendo nuovo debito in un circolo potenzialmente vizioso). Non a caso, dagli anni '80 lo Stato italiano ha pagato oltre 3mila miliardi di interessi su un debito pubblico che oggi ha superato i 2mila miliardi. E allora quando si "stampa moneta"? Quando è che arriva l'elicottero di Friedman? Uno dei modi per farlo è acquistare titoli circolanti sul mercato finanziario (quindi già emessi) da parte delle banche centrali. Una politica utilizzata negli ultimi anni come contro-mossa alla crisi economica e finanziaria partita nel 2008 da Stati Uniti, Gran Bretagna e Giappone. Le rispettive banche centrali hanno acquistato titoli di Stato con moneta creata dal nulla (le banche centrali lo possono fare) che è quindi andata a finire nei portafogli degli investitori di chi ha venduto quei titoli alla banca centrale. Questi investitori hanno poi dirottato questi capitali verso attività a rischio più elevato (come le azioni) e questo spiega anche perché le Borse viaggiano su livelli record. Wall Street e Francoforte sono ai massimi di tutti i tempi mentre, secondo Jp Morgan il rapporto prezzo/utili delle azioni dell'indice Msci Europe è a 14,5, il livello più alto degli ultimi 12 anni. Quando un banca centrale acquista titoli sul mercato stiamo parlando del famoso quantitative easing, conosciuto in italiano come "allentamento monetario". Con una politica di quantitative easing si ottengono due effetti: 1) immettere nuova moneta in un sistema economico; 2) abbassare i tassi di interesse sulla parte lunga della curva dei rendimenti. Il secondo punto si può comprendere meglio se si considera che, generalmente, una banca centrale ricorre al quantitative easing quando 1) l'economia è depressa; 2) quando sono state già usate le armi convenzionali per provare a sostenerla, ovvero quando la banca centrale ha già praticamente abbassato il più possibile il tasso di interesse di riferimento (quello che le banche commerciali pagano per ricevere in prestito dei capitali dietro collaterali accettati dalla stessa banca centrale). Quindi, in teoria, quando viene effettuato un quantitative easing è simmetrico pensare che il quadro di fondo non sia favorevole e che l'economia sia caduta in una trappola della liquidità (non è più sufficiente agire sui tassi di interesse a breve per stimolare la domanda). L'obiettivo finale di una manovra di "qe" è rilanciare l'economia, ovvero far affiorare soldi all'economia reale e stimolare la domanda (investimenti di imprese e consumi delle famiglie) depressa dalla crisi e non più stimolata dal circuito bancario per via della contrazione del credito (alle banche commerciali non conviene prestare quando l'economia è fragile perché aumentano i tassi di insolvenza e la rischiosità dell'operazione). Detto ciò, si può dire che la Bce abbia finora stampato moneta? Non proprio. Nel 2010 ha avviato un programma di acquisto di titoli di Stato, noto come il piano Smp (Securities markets programme) attraverso cui ha acquisto sul mercato secondario dei bond dei Paesi più colpiti dalla crisi finanziaria. Un'operazione non convenzionale che ha suscitato polemiche tanto che Jurgen Stark, allora capo economista della Bce, si è dimesso dal consiglio direttivo ufficialmente per "motivi personali", anche se in più ipotizzano in polemica con la manovra della Bce. In ogni caso, può considerarsi l'azione della Bce come una "manovra elicottero"? Non proprio, perché successivamente la Bce ha avviato un'operazione di sterilizzazione, ovvero di vendita degli stessi titoli sul mercato, quindi drenando la moneta che aveva immesso con l'acquisto. Il 5 giugno 2014 nel pacchetto di misure annunciato da Draghi la Bce ha però "sospeso" il piano di sterilizzazione, così difatti ha lasciato nel sistema l'equivalente di 170 miliardi di euro immessi nel piano Smp e non ancora drenati. È questa, tecnicamente, al momento l'unica azione di immissione monetaria netta effettuata dalla Bce dalla crisi ad oggi. Tra l'altro, non esente da polemiche. Perché la Bce provvede ad incassare dagli Stati gli interessi sul debito e a rigirarne il 92% alle rispettive banche centrali in proporzione al peso dei vari Stati membri dell'Eurozona. Nel 2013 l'Italia ha pagato 4 miliardi di euro di interessi sui 102 miliardi di titoli italiani detenuti dalla Bce. Di questi l'8% è stato trattenuto in bilancio dalla Bce e il 92% è stato rigirato alle banche centrali dei Paesi dell'Eurozona. Ma la fetta più ampia è andata alla Germania (che ha la quota maggiore). Quindi l'Italia ha trasferito alla Germania circa 1,5 miliardi di interessi nel 2013 per la quota di bond italiani detenuti dalla Bce. Mentre la Fed, la Bank of England e la Banca del Giappone quando acquistano bond governativi non hanno il problema del riparto degli interessi con altri Stati e, di conseguenza, se portano il debito fino a scadenza (come stanno facendo) monetizzano lo stesso debito che a quel punto diventa a costo zero per lo Stato (gli interessi diventano una partita di giro da tra banca centrale e tesoreria di Stato). In pratica è come se cancellassero debito emettendo allo stesso tempo base monetaria netta per riattivare la domanda depressa. In questi casi l'indipendenza tra banca centrale e governi (che in Europa agisce in modo vincolante e che in Italia è stata inaugurata nel 1981 con il divorzio tra Tesoro e Banca d'Italia che da allora ha impedito alla Banca d'Italia di controllare i tassi sul debito non potendo più intervenire sul mercato primario) in Paesi come Stati Uniti, Inghilterra e Giappone è certamente più labile. Come dire, in casi di emergenza, si chiude un occhio e tra banche centrali e governi si instaura un rapporto più vicino e cooperativo. Nell'Eurozona questo non è accaduto e non può accadere sia perché ci sono 18 Stati differenti e soprattutto perché è esplicitamente vietato dai trattati. Ma la Bce, qualcuno dirà, ha stampato moneta in altro modo, fornendo liquidità alle banche anche sul lungo periodo a tassi agevolati attraverso operazioni Ltro (Long term refinancing operation). In realtà, queste operazioni, tecnicamente non equivalgono a stampare moneta. Perché la quantità immessa dal nulla deve poi essere restituita a scadenza dalle banche alla banca centrale. Viene in sostanza stampata moneta a termine, moneta destinata ad "autodistruggersi" con la restituzione a scadenza, dopo 3 o 4 anni a seconda del tipo di Ltro. Operazioni come le Ltro annunciate nel 2011, 2012 e adesso nel nuovo pacchetto con la novità del Tltro, (targeted Ltro) ovvero un prestito agganciato in parte a quanti prestiti alle imprese le banche effettuano, per favorire l'erogazione di credito, non possono rientrare nell'alveo della "monetizzazione del debito" e della tecnica di "stampare moneta" a pieno regime utilizzata invece dalle altre banche centrali più influenti del pianeta. E questo è anche uno dei motivi per cui l'euro resta forte nei confronti delle altre valute, perché difatti le quantità immesse dalla banca centrale sono a termine, non si tratta di immissioni nette. Del resto, la Bce è vincolata da trattati europei che non prevedono che possa operare al pari di Fed, Boj e Bank of England. Ma esiste un altro modo di stampare moneta, al di là dei trattati? Secondo Marco Cattaneo, consulente aziendale specializzato in operazioni di private equity e autore, con Giovanni Zibordi, che opera nei mercati finanziari dal 1999, del libro "La soluzione per l'euro", un modo c'è. Attraverso stimoli fiscali. Lo Stato italiano, come qualsiasi altro Stato dell'Eurozona, potrebbe emettere certificati di credito fiscale a favore di datori di lavoro (del settore privato) e di lavoratori (del settore privato e pubblico). Certificati che poi potranno essere utilizzati per qualsiasi pagamento nei confronti della pubblica amministrazione (tasse, multe, eccetera) dopo due anni. «Questo è necessario per dare all'economia il tempo di recuperare e di produrre la crescita del Pil e di introiti fiscali che compensa l'utilizzo del Ccf – spiega Cattaneo -. Scaduto il termine di due anni, il detentore di Ccf li utilizzerà per pagare imposte e altre obbligazioni finanziarie dovute allo Stato. Questo non sarà un problema per l'equilibrio delle finanze pubbliche, in quanto l'assegnazione di Ccf rappresenta una forte azione di stimolo alla domanda». Un esempio? «Un lavoratore dipendente con un reddito netto di 20mila euro annui riceve un'integrazione di reddito, sotto forma di Ccf; pari a quasi il 20% della sua retribuzione. L'integrazione percentuale scende al 10% circa per redditi netti di 50mila euro e al 5% per redditi netti di 100mila. In questo modo i lavoratori dipendenti e assimilabili riceverebbero Ccf per 48 miliardi, i lavoratori autonomi per 22. Quanto ai datori di lavoro riceverebbero Ccf per 83 miliardi, pari al 18% del monte retribuzioni delle aziende private italiane stimato per il 2014 in 466 miliardi di euro. Questo equivale ad abbattere di circa il 18% il costo effettivo del lavoro. In questo modo si ottiene, per via diversa, il riallineamento di competitività (quella persa nei primi 15 anni di Eurozona con la Germania dato che l'Italia ha aumentato il costo del lavoro per unità di prodotto del 18% in più rispetto alla Germania) che – ai tempi delle monete nazionali – era conseguito mediante la variazione dei cambi». Non c'è il rischio che stampare moneta, utilizzando la parziale sovranità fiscale di cui in questo momento dispone l'Italia (finché non esiste un bilancio unico europeo ma ci sono vincoli da rispettare si può infatti parlare di parziale sovranità fiscale) si crei in futuro inflazione? «No, fino a quando la nuova moneta emessa in circolazione in modo netto va a stimolare la domanda inespressa. L'inflazione si crea quando si emette nuova moneta in un contesto in cui la domanda è già allineata al massimo potenziale produttivo di un sistema economico. In Italia e nell'Eurozona, con un tasso di disoccupazione medio superiore all'11% e ormai sui livelli di quello del dopoguerra, è evidente che domanda e offerta siano ancora lontane e quindi l'inflazione non è affatto un pericolo. Piuttosto, vista la mancanza di moneta e di domanda, lo è la deflazione». |
06 giugno 2017 La Banca d’Italia esprime la propria posizione sulle iniziative di privati che pretendono di utilizzare moneta scritturale autonomamente creata e allerta tutti i cittadini sulle conseguenze e i rischi dell’utilizzo di tali forme di "pagamento". |
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CREAZIONE DI MONETA SCRITTURALE DA PARTE DEI CITTADINI - Avviso al pubblico La Banca d’Italia sta ricevendo da parte di alcuni cittadini comunicazioni che attestano l’autonoma creazione di “euro scritturali” e l’utilizzo delle somme così “create” per il presunto pagamento di debiti o per fornire una presunta provvista per successive operazioni di pagamento o per l’emissione di titoli di credito da parte della stessa Banca d’Italia (vaglia cambiari); l’assunzione di queste iniziative, sia pure in numero ancora limitato, unita alla presenza sul web di riferimenti alla teoria economica di cui sono applicazione, rende necessario pubblicare alcune precisazioni al fine di evitare pericolosi equivoci. La “teoria della creazione autonoma di moneta scritturale”, traendo spunto dalla concezione di proprietà collettiva della moneta, giunge ad affermare la possibilità per ogni singolo cittadino di creare in via autonoma moneta “scritturale” attraverso proprie registrazioni contabili per l’importo corrispondente alla somma dovuta. Alcuni sostenitori di queste idee, attivi sul web, mettono a disposizione specifici moduli da utilizzare per la creazione degli “euro scritturali” e per la comunicazione del presunto pagamento da indirizzare ai soggetti creditori (banche, finanziarie, Fisco, enti pubblici, enti fornitori, ecc.) e, per conoscenza, alla Banca d’Italia. La Banca d’Italia precisa anzitutto che sulla base della normativa internazionale e nazionale, l’unica forma di moneta legale - ossia dotata del potere di estinguere le obbligazioni in denaro - è la moneta emessa dalla Banca Centrale Europea (BCE), in quanto la sua creazione si basa su rigorose procedure che garantiscono la fiducia generale nella moneta e la stabilità del suo valore nel tempo (AH! AH! AH!). Il meccanismo di creazione di moneta scritturale da parte del singolo cittadino intenderebbe replicare la cosiddetta moneta bancaria o scritturale, termine con il quale si indica l’insieme degli strumenti gestiti e organizzati dalle banche e dagli altri soggetti abilitati a prestare servizi di pagamento: assegni, bonifici, addebiti diretti, carte (una spiegazione di cos’è e come si crea la moneta è consultabile sul sito della BCE alla pagina https://www.ecb.europa.eu/explainers/te ... .html). Si ricorda che la prestazione dei servizi di pagamento, attraverso moneta scritturale, è un’attività consentita per legge esclusivamente ai soggetti abilitati, quali banche, istituti di moneta elettronica, istituti di pagamento. Tali intermediari sono sottoposti dalla legge alla vigilanza della Banca d'Italia, finalizzata ad assicurarne la sana e prudente gestione, la stabilità complessiva nonché l’osservanza delle norme (art. 5 Testo unico bancario, d. lgs. n. 385 del 1993). Secondo il Testo unico bancario (artt. 131-bis e 131-ter) l’abusiva emissione di moneta elettronica e l’abusiva prestazione di servizi di pagamento costituiscono un reato. Il Testo unico bancario (art. 146) affida altresì alla Banca d’Italia la funzione di sorvegliare il sistema dei pagamenti avendo riguardo al suo regolare funzionamento, alla sua affidabilità ed efficienza, nonché alla tutela degli utenti dei servizi di pagamento. La Banca d’Italia avverte pertanto che le iniziative di creazione autonoma di moneta scritturale non hanno alcun fondamento giuridico e invita i cittadini a non utilizzare tali forme di “moneta”, prive di valore legale e del potere di estinguere le obbligazioni in denaro. I soggetti creditori non possono accettare queste forme di “pagamento”, e sono autorizzati ad attivare le tutele previste dall’ordinamento per il caso di inadempimento (avvio di azioni di recupero, applicazione di sanzioni o interessi di mora, ecc.). Da quanto detto segue che la moneta scritturale creata da soggetti non autorizzati non può nemmeno costituire la provvista per l’effettuazione di operazioni di pagamento da parte dei soggetti abilitati o per l’emissione di titoli di credito quali i vaglia cambiari della Banca d’Italia. Si invitano pertanto i cittadini a considerare attentamente le conseguenze negative che la scelta di utilizzare tali forme di “estinzione” dei propri debiti può avere sulla propria situazione economica. La Banca d’Italia - che segue con attenzione il fenomeno - avvisa infine che non darà alcun seguito a qualsivoglia comunicazione di soggetti che presumono di creare e utilizzare moneta scritturale e che valuterà possibili iniziative legali sia quanto a potenziali effetti destabilizzanti nei confronti dell’ordine pubblico economico, sia in termini di tutela della propria posizione. Per informarsi e approfondire Sui concetti di moneta legale e moneta bancaria e sul ruolo della banca centrale si può consultare: - “Cos’è una banca centrale” al link https://www.ecb.europa.eu/explainers/te ... nk.it.html e “Cos’è la moneta” al link: https://www.ecb.europa.eu/explainers/te ... ey.it.html. - Quaderno didattico della Banca d’Italia dedicato alla moneta e agli strumenti alternativi al contante al link http://www.bancaditalia.it/pubblicazion ... le.pdf.pdf. Sui compiti relativi all’emissione di moneta e sul tema del signoraggio si può consultare la sezione di questo sito http://www.bancaditalia.it/compiti/emis ... index.html in cui sono presenti anche informazioni sul rigetto delle iniziative giudiziarie coltivate in passato nei confronti della Banca d’Italia al fine di rivendicare la proprietà collettiva della moneta e del reddito monetario (cosiddetto signoraggio). Sul tema generale degli strumenti di pagamento si può consultare la sezione http://www.bancaditalia.it/compiti/sisp ... index.html. Per conoscere gli “aggregati monetari”, ossia le quantità di moneta presenti nel sistema italiano, si possono consultare le pubblicazioni statistiche della Banca d’Italia al link: https://www.bancaditalia.it/pubblicazio ... ta-banche/. |
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La Federal Reserve non ha mai stampato "denaro": parte I Oct.12.17| Informazioni: iShares 7-10 (IEF) Eric Basmajian Specializzato in economia, macro, strategia di portafoglio, obbligazioni MERCATORicerca macro EPB ( 3.854 follower) Sommario La Fed non ha autorità per stampare denaro; non hanno mai stampato denaro e possono solo creare riserve. Le riserve non sono soldi. Le riserve non fanno parte di M1 o M2; fanno parte della base monetaria. Le banche creano denaro attraverso l'erogazione di riserve. Il rafforzamento della politica monetaria alla fine ridurrà la velocità del denaro e indebolirà ulteriormente il tasso di inflazione. Non c'è stata inflazione perché non c'è stato un aumento eccessivo della valuta in circolazione. Il tasso di crescita di M2 è rimasto costante ma sta iniziando a diminuire. Panoramica Vi è un equivoco fondamentale sul modo in cui la Federal Reserve conduce operazioni di mercato aperto, politica monetaria e gli impatti di tali azioni. La saggezza popolare suggerisce che la Federal Reserve "stampa" denaro per comprare attività finanziarie, vale a dire titoli del tesoro ( TLT ) ( IEF ) e titoli garantiti da ipoteca. Questa tesi suggerisce inoltre che l'aumento dell'offerta di moneta dovrebbe tradursi in una diminuzione del valore del dollaro e in un aumento del tasso di inflazione dovuto alla creazione di moneta in eccesso. Il fatto che né un calo del valore del dollaro né un aumento dell'inflazione si siano materializzati ha sorpreso sia gli investitori sia gli economisti e ha un'opinione del consenso che crede perennemente che l'inflazione sia dietro l'angolo. Con dispiacere di questi investitori e opinionisti erroneamente informati, i tassi di interesse continuano a rallentare a causa dell'inflazione persistentemente bassa, della continua crescita lenta e di livelli sempre crescenti di debito. Se gli investitori avessero compreso i veri meccanismi delle politiche della Federal Reserve e il fatto che non ci fosse mai un aumento dell'offerta di moneta oltre quella storicamente media, le richieste di inflazione e svalutazione del dollaro sarebbero state messe da parte come una tesi errata. A causa della natura onnipresente in cui questa falsa narrazione è stata perpetuata, una trama errata è stata radicata nelle menti dell'investitore medio, e professionale per quella materia, che ha causato una costante richiesta scorretta di inflazione, crescita e tassi di interesse. Molti investitori dogmatici rinunceranno a questo tentativo di correggere le false informazioni che hanno afflitto la comunità degli investitori non appena hanno letto che la Federal Reserve non ha mai stampato denaro, ma mostrerò come questo sia vero e chiedo a investitori attenti di leggere l'intera tesi. Non devi credermi sulla parola; sul sito Web della Federal Reserve afferma chiaramente che la Federal Reserve non ha l'autorità legale per stampare denaro. La sezione evidenziata nella figura in basso spiega come la Federal Reserve non abbia mai stampato denaro, ma invece acquista beni finanziari attraverso un corrispondente aumento delle riserve in eccesso piuttosto che la creazione di valuta. Molti diranno che questa è la stessa cosa, ma in realtà non è corretta poiché le riserve non sono incluse nell'offerta di moneta M1 o M2 e non sono denaro. La Federal Reserve non stampa denaro, crea riserve: Fonte: Federal Reserve Se si sostiene che la Federal Reserve stampa denaro, quindi per definizione, si deve sostenere che le riserve sono in realtà denaro. Le riserve non sono soldi. Le riserve sono detenute da istituti bancari e diventano solo denaro accessibile al pubblico dopo che una banca decide di prestare denaro o acquistare attività finanziarie, entrambe le quali si sono verificate in piccole quantità relative ai trilioni di riserve in eccesso detenute dalle banche. Una volta che una banca concede prestiti in eccesso, questo denaro è ora registrato in M2 e può ora essere considerato "denaro creato". Il fatto che non ci sia stata inflazione materiale smaschera l'idea che la Federal Reserve abbia inondato il sistema con $ 4 trilioni di dollari di "denaro". Non l'hanno fatto. Hanno creato quella somma in riserve, solo una piccola quantità che l'ha resa pubblica attraverso prestiti bancari. Puoi vedere come, attraverso questo processo , sono le banche a creare i soldi, non la Federal Reserve. Se la Federal Reserve avesse consegnato alle banche $ 100 trilioni, questo denaro non avrebbe ancora raggiunto la circolazione poiché le banche hanno bisogno di trovare la domanda per questi soldi. Non c'è domanda per $ 4 trilioni o $ 100 trilioni in un così breve periodo di tempo, quindi, invece, il denaro rimane presso le banche, raccoglie gli interessi sulle riserve in eccesso e non raggiunge mai il pubblico, quindi non aumenta mai l'offerta di moneta e non aumenta mai il tasso dell'inflazione. Di seguito sono riportati una serie di grafici che aiuteranno a illustrare i punti che ho brevemente riassunto. Non è stato stampato alcun denaro, ma è stato aggiunto il debito La politica della Federal Reserve ha avuto conseguenze non intenzionali ma non nella forma in cui molti sono programmati per credere. La manipolazione del tasso di interesse sul lato lungo della curva non è semplicemente vera. La Federal Reserve ha scarso controllo, se esiste, sui tassi di interesse a lungo termine; quelli sono determinati dalle tendenze di lungo periodo dell'inflazione. La Federal Reserve, tuttavia, ha un controllo quasi completo sui tassi di interesse a breve termine. I grafici sottostanti ripeteranno la tesi che ho riassunto e forniranno anche una contro-visione sulle reali conseguenze della politica della Federal Reserve e anche su come il recente inasprimento della politica monetaria sia un errore che sta portando l'economia verso la recessione ad un ritmo accelerato. Di seguito è riportato un grafico sulla crescita della valuta in circolazione. Ho usato un tasso di crescita annualizzato a 5 anni nella valuta in circolazione per mostrare come non vi è stato alcun aumento significativo del tasso di crescita in valuta oltre la media storica. In effetti, l'attuale tasso di crescita della valuta si situa nella parte inferiore della media negli ultimi decenni. Crescita della moneta in circolazione: Fonte: Federal Reserve Né QE1, QE2 né QE3 possono essere individuati nella tabella sopra perché il processo di quantitative easing non ha mai comportato la stampa di "denaro" o l'aumento dell'offerta di moneta; ha solo aumentato il valore delle riserve in eccesso. Il grafico successivo è lo stesso tasso di crescita annualizzato a 5 anni, ma dell'offerta di moneta M2. M2 è una misura dell'offerta di moneta che include tutti gli elementi di M1 e "quasi soldi". M1 include contanti e depositi di controllo, mentre i fondi vicini si riferiscono a depositi a risparmio, titoli del mercato monetario, fondi comuni di investimento e altri depositi vincolati. Questi beni sono meno liquidi di M1 e non adatti come mezzi di scambio, ma possono essere rapidamente convertiti in contanti o controllando i depositi. Crescita di M2: Fonte: Federal Reserve Se M2 contiene tutti gli elementi che sono "vicino al denaro", ma il tasso di crescita non ha mostrato alcun impatto materiale dai tre round di allentamento quantitativo, allora deve essere vero che le riserve create dalla Federal Reserve non sono "quasi soldi". Mentre le riserve non sono considerate denaro e quindi non sono incluse nel calcolo sopra di M2, le riserve sono incluse nella base monetaria. Per illustrare come l'allentamento quantitativo ha aumentato la base monetaria ma NON l'offerta di moneta, di seguito è riportato un grafico del tasso di crescita annualizzata a 5 anni dell'offerta di moneta M2 e della base monetaria. Il tasso di crescita di M2 può essere visto come piatto negli ultimi decenni, anche attraverso cicli di QE, mentre la base monetaria è esplosa in crescita solo nell'ultimo decennio, quando la Federal Reserve ha intrapreso una politica monetaria facile attraverso un allentamento quantitativo. Crescita di M2 e crescita della base monetaria: Fonte: Federal Reserve Ancora una volta, questo può essere visto come una prova, insieme alle parole del sito web della Federal Reserve che afferma che il processo di creazione di denaro dalla Federal Reserve non esiste negli Stati Uniti. La Federal Reserve non stampa o crea denaro; sono solo in grado di aumentare la base monetaria accreditando i saldi di riserva delle istituzioni di deposito. Il grafico sopra mostra la crescita esplosiva della base monetaria ma non nella massa monetaria. Questo perché le riserve in eccesso sono incluse nella base monetaria ma non nell'offerta di moneta. Il grafico seguente mostra il tasso di crescita annualizzata a 5 anni delle riserve in eccesso, che può essere considerato come una correlazione quasi uno per il tasso di crescita della base monetaria, indicando che il processo di allentamento quantitativo ha aumentato le riserve in eccesso, un pool di denaro accessibile solo alle banche e non al pubblico in generale fino a quando le banche decideranno che esiste un posto in cui poter investire quei soldi sotto forma di prestiti o acquisti di attività. Crescita delle riserve in eccesso: Fonte: Federal Reserve Per consolidare questo punto, il grafico seguente traccia il grafico del valore nominale della base monetaria e delle riserve in eccesso e possono essere visti muoversi insieme dopo il 2009 e durante ciascuna fase di allentamento quantitativo. Riserve in eccesso e base monetaria in crescita alla stessa velocità: Fonte: Federal Reserve Di nuovo, le riserve non sono soldi. Semplicemente non si adattano alla definizione di moneta e non è un punto di discussione. Il processo attraverso il quale le banche creano denaro dalle riserve è attraverso prestiti e acquisti di beni. Il tasso al quale le banche creano denaro dalle riserve è chiamato moltiplicatore di denaro. Un basso tasso del moltiplicatore di denaro significa che le banche non stanno creando un sacco di soldi dalle riserve. Questo suggerisce che le banche non stanno trovando la domanda di prestiti o un posto dove mettere le loro riserve. Non è un problema di fornitura; le banche hanno trilioni di dollari di riserve hanno la capacità di trasformarsi in denaro, ma scelgono di non prestare quei soldi. Questo non è un nuovo paradigma perché il moltiplicatore monetario, il tasso al quale le riserve bancarie vengono cedute in prestito e trasformate in denaro, è in costante declino da decenni, diminuendo ogni ciclo. Il persistente calo del moltiplicatore monetario indica che esiste una debolezza strutturale nell'economia che sta causando una riduzione della domanda di prestiti. Non solo c'è una debolezza nell'economia, ma quella debolezza è diventata sempre più intensa nel corso degli anni, mentre il moltiplicatore di moneta continua a scendere. Moltiplicatore di denaro: Fonte: Federal Reserve Questa mancanza di domanda deve essere vera perché non c'è mancanza di offerta da parte delle banche. Come mostrano i grafici qui sopra, hanno un nuovo trilione di dollari di riserve (offerta) in attesa di essere ceduti in prestito ma, come indica il moltiplicatore di denaro, le banche convertono quelle riserve in denaro quasi al ritmo più lento di sempre. C'è sempre una domanda di prestiti indebolita ogni anno che riduce il moltiplicatore monetario, rendendo ogni dollaro marginale dell'aumento delle riserve (allentamento quantitativo) sempre meno efficace in quanto quel dollaro marginale non sarà trasformato in denaro. La ragione per cui la domanda di prestiti è diminuita ogni anno e quindi ha fatto crollare il moltiplicatore monetario e rendere inefficace il processo di allentamento quantitativo è dovuto all'aumento dei livelli di indebitamento. Non è possibile risolvere un problema di debito con più debito, e questo è ciò che gli Stati Uniti e in sostanza ogni altro paese sviluppato ha tentato di fare. È anche la ragione per cui l'allentamento quantitativo è stato inefficace nel creare crescita. Certo, il mercato azionario ( SPY ) è aumentato, ma i fondamentali sottostanti della crescita economica non sono aumentati in quanto il tasso annualizzato di crescita e inflazione a 10 anni si avvicina ai livelli più bassi di sempre. Tassi di crescita e inflazione di lungo periodo costantemente in calo nel tempo: Fonte: BEA, BLS La speranza che circondava l'allentamento quantitativo si basava sull'idea che se trilioni di dollari fossero stati dati alle banche, allora le banche avrebbero prestato quei soldi e questo avrebbe aumentato l'offerta di moneta, aumentato l'inflazione e risolto la spirale deflazionistica di lungo periodo che siamo in quanto può essere visto nel declino secolare dei tassi di interesse a lungo termine. Il problema è la domanda di prestiti, non la fornitura. La fornitura è stata aumentata dalla Fed ma la domanda è qualcosa che non può essere creata artificialmente e quindi, quelle riserve non sono mai state create in denaro e il problema della bassa crescita e della bassa inflazione è peggiorato con l'aumento dei livelli del debito. Ora che il processo di creazione di denaro è stato ampiamente coperto, e si può convenire che la questione è una domanda strutturalmente debole, non un'offerta. Ho brevemente menzionato che il debito è stato la causa di tassi di crescita e inflazione sempre più bassi. Il prossimo articolo di questa serie tratterà le conseguenze non intenzionali della politica della Federal Reserve e coprirà in modo dettagliato i problemi strutturali causati da un aumento dei livelli di debito. Infine, il prossimo articolo mostrerà chiaramente come la politica monetaria restrittiva della Federal Reserve sia un percorso garantito per una minore crescita e una minore inflazione, che perpetuerà più della stessa condizione economica che abbiamo visto sotto forma di una minore inflazione e di una minore crescita rispetto al prossimi anni. Per favore segui la mia pagina di Seeking Alpha per assicurarti di ricevere il prossimo articolo sul problema del debito strutturale e prendere in considerazione l'iscrizione al mio marketplace, EPB Macro Research . C'è una prova gratuita di due settimane in modo da poter provare senza rischi. 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