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Scenetta in tre atti:
ATTO PRIMO: (Stato): VOI BANKIERI FARETE COSI', CHIARO!? ATTO SECONDO: (IGB): MANK'OPUUUUCAZZ! ATTO TERZO: (Stato): SCUSATE; STAVAMO SCHERZANDO
Decreto Liberalizzazioni passa in Senato: protesta ABI contro l’addio alle commissioni bancarie Il presidente Abi, Giuseppe Mussari, protesta contro la cancellazione delle clausule che prevedono commissioni a favore delle banche su tutte le linee di credito del Dl liberalizzazioni dopo l'ok del Senato con voto di fiducia. Francesca Vinciarelli - 2 marzo 2012
Giuseppe Mussari protesta contro la cancellazione delle commissioni bancarie del Dl liberalizzazioni
Come previsto il Senato ha votato la fiducia sul maxiemendamento al decreto liberalizzazioni. Il testo passato con 237 voti favorevoli, 33 contrari e 2 astenuti è quello approvato dalla Commissione Industria. E ora il decreto liberalizzazioni è atteso all’esame della Camera.
Per la relatrice Simona Vicari «il Senato ha vigilato, era stato fatto un lavoro eccezionale in commissione ed era giusto che valesse quel testo approvato nonostante il pressing di queste ore, specie delle banche».
E proprio dalle banche arrivano le proteste più pungenti, con riferimento alla misura che prevede l’eliminazione delle commissioni bancarie su linee di credito, affidamenti e scoperti.
Emendamento al decreto liberalizzazioni che proprio non va giù al comitato di presidenza dell’Abi, tanto da dimettersi per protesta contro la cancellazione di tutte le clausole che prevedano commissioni a favore delle banche per le linee di credito concesse, o meglio «a fronte della concessione della loro messa a disposizione, del loro mantenimento in essere, del loro utilizzo anche oltre il limite del fido».
A spiegare la reazione dell’Abi è il presidente, Giuseppe Mussari: la norma sulle clausole delle commissioni per le linee di credito concesse dalle banche rischia di allontanare gli impieghi delle banche straniere in Italia.
Per Mussari si tratta dell’ennesimo attacco contro le banche e, a fronte di questa «goccia che ha fatto traboccare il vaso», Mussari ha minacciato il Governo di dare il via ad una completa revisione del sistema del credito a imprese e famiglie se tale misura non verrà cancellata.
Immediata la risposta del relatore al decreto legge liberalizzazioni, Filippo Bubbico, che prova a calmare le acque e annuncia la revisione della norma con il prossimo decreto semplificazioni: «il governo non ha voluto cambiare nulla del testo uscito dalla commissione Industria del Senato, ma so della volontà dell’Esecutivo di trovare una soluzione nel decreto legge sulle semplificazioni all’esame della Camera». |
Liberalizzazioni: le commissioni bancarie si pagheranno Rivista la norma del Dl Liberalizzazioni sulle commissioni bancarie: saranno annullate solo se non rispettano le norme sulla trasparenza. Francesca Vinciarelli - 6 marzo 2012
Liberalizzazioni: il Governo fa marcia indietro sulle commissioni bancarie
Dietro front del governo Monti sull’emendamento al Decreto Liberalizzazioni che avrebbe cancellato le clausole che prevedono commissioni bancarie su crediti, fidi e sconfinamenti di tutte le linee di credito: dopo le polemiche dell’ABI – con il presidente Giuseppe Mussari e gli altri vertici che erano arrivati a presentare le proprie dimissioni – il Governo annuncia che correggerà l’articolo 27 bis del decreto liberalizzazioni. Come? Se non con lo stralcio parziale dell’articolo in questione, si procederà ad una (poco probabile) contromisura ad hoc nel Decreto Semplificazioni o nel Decreto Fiscale.
Questo significa che le commissioni bancarie saranno sì cancellate, ma «solo nel caso in cui le banche non abbiano rispettato le norme sulla trasparenza» emanate dal Comitato interministeriale per il credito e il risparmio (Cicr).
La scelta iniziale di operare questa correzione con il Decreto Semplificazioni, annunciata dal relatore Stefano Saglia, derivava dal fatto che quello sulle liberalizzazioni è già stato approvato dal Senato e il Governo punta ad arrivare ad ottenere il via libera definitivo dalla Camera entro il 24 marzo: oltre questa data, infatti, il Decreto Liberalizzazioni scadrebbe e bisognerebbe ricominciare l’iter legislativo.
L’emendamento al Dl Semplificazioni depositato in commissione alla Camera però ha scatenato polemiche sull’altro fronte, ovvero di coloro che ritengono che il Governo stia operando a favore degli istituti finanziari, mettendo a punto misure pro banche.
È inoltre dubbia l’ammissibilità dell’emendamento al Decreto Semplificazioni sulle commissioni bancarie, essendo queste materia estranea al decreto stesso. Lo stesso Saglia, ricordando le parole del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che invitava le Camere a rispettare i dettati in materia, ha dichiarato che «è la prima volta che abbiamo a che fare con questa sollecitazione del Quirinale per vigilare sull’ammissibilità degli emendamenti che sono estranei al tema del provvedimento» e ora «saranno le commissioni a decidere se l’emendamento è ammissibile oppure no».
Secondo una fonte parlamentare, dunque, «non sarà presentato l’emendamento al decreto semplificazioni perché sarebbe ritenuto quasi certamente inammissibile». Bisogna trovare un’altra strada, che sembra sempre più quella del Decreto Fiscale. |
non è la prima volta: http://www.signoraggio.com/signoraggio_ ... talia.htmlps: ora l'ABI mi ri-denuncerà?! Infatti nel 2008 tale avvocato Maurizio Bellacosa fu incaricato dall'allora presidente ABI, dott. ZADRA, di INTIMARMI l'eliminazione della seguente storiella da me scritta nel 2006: • http://www.signoraggio.com/index_archiv ... -2006.html• http://www.signoraggio.com/signoraggio_ ... onota.htmlche poi.. abbietto deriva dal latino abiectus, participio passato di abicĕre cioè "respingere, gettare via".. sarò libero di respingere lo male o no?! ma io boh!! La vecchia commedia (di Sandro Pascucci - http://www.signoraggio.com)la vittima: il Popolo l'assassino: il politico la prova: la "banconota" (nei panni de "la traccia di sangue") il mandante: Il Grasso Bankiere© I banchieri si lamentano che l'uso delle banconote cartacee procura loro una spesa di 10 miliardi di euro. "Dobbiamo lanciare una vera e propria guerra alla carta!" [Giuseppe Zadra, Direttore Generale ABI]. Ricordiamo che l'ABI non è un'Ente pubblico e sta per Associazione Bancaria Italiana, come dire il "circolo dei piccoli IGB© nostrani". La verità è che la truffa del signoraggio sta venendo a galla e questi signori ABbIetti vogliono far sparire le prove del crimine che da anni denunciamo. La banconota è per loro la traccia di sangue sulla scena dell'omicidio e occorre fare pulizia. Via il contante, via il collegamento TANGIBILE tra BANCA->POLITICA->POPOLO, occorre distruggere il legame MANDANTE->ASSASSINO->VITTIMA. Senza più banconote in circolazione sarà assai più difficile spiegare il signoraggio alle persone. Già ora sulla Rete molti DISINFORMATORI prezzolati dal Sistema stanno seminando l'idea malsana "si, va bene ma tanto ora le banconote spariranno e quindi il signoraggio sparirà". La risposta FERMA a questa assurdità è: ELIMINARE LE PROVE NASCONDE MEGLIO IL CRIMINE MA NON L'ELIMINA. INOLTRE COSTITUISCE UN'AGGRAVANTE PER I COLPEVOLI E COMPLICI. |
Il titolare dello studio dell'avv. Bellacosa era tale avv.sa Paola Severino, esatto: la poi ministra italiana. Alcune richerche sui nostri: Lo studio legale Paola Severino assiste una banca aretina rinviata a giudizio per usura INFORMAZIONE Lunedì 06 Agosto 2012 alle 08:19 via ARTICOLOTRE.COM - Redazione- 5 agosto 2012- I due direttori dell'istituto di credito sono accusati di usura e il gip Andrea Claudiani venerdì scorso li ha rinviati a giudizio. Il 10 gennaio si terrà la prima udienza. A difendere i direttori sono gli avvocati Giuseppe e Luca Fanfani, mentre l'istituto di credito locale, chiamato in causa come responsabile civile, si è affidato al notissimo studio legale di Roma, lo studio legale Paola Severino. Avrebbe dovuto essere la stessa Paola Severino a presenziare in aula, ma la nomina a ministro l’ha costretta ad affidare la difesa al collega Maurizio Bellacosa. |
i due si conoscono da tempo: INFO DOCENTE: MAURIZIO BELLACOSA
Roma 16 febbraio 2011 Luiss Guido Carli MAURIZIO BELLACOSA Curriculum il 24 luglio 1984 ha conseguito il diploma di maturità classica al liceo statale “G.B. Vico” di Nocera Inferiore, con votazione 60/60;
a partire dal novembre 1984, ha frequentato la Facoltà di Giurisprudenza presso la L.U.I.S.S. di Roma, superando tutti gli esami del corso di laurea con la media di 30/30;
il 15 marzo 1989 ha conseguito la laurea di Dottore in Giurisprudenza presso la L.U.I.S.S. di Roma, discutendo la tesi su “La cooperazione del delitto colposo” (relatori i Ch.mi Proff. Giovanni Maria Flick e Paola Severino) e riportando la votazione conclusiva di centodieci /110 con lode e dignità di pubblicazione;
nell’ottobre 1990 ha vinto la borsa di studio a copertura parziale della quota di partecipazione al “Corso per Giuristi d’Impresa” organizzato dalla Scuola di Management L.U.I.S.S. e dal CE.RA.DI;
- nel dicembre 1990 è risultato idoneo al concorso bandito dal Consiglio Nazionale delle Ricerche per laureati in disciplina afferenti al Comitato Nazionale per le Scienze Giuridiche Politiche (bando n. 201.09.20);
il 14 febbraio 2003 ha conseguito il titolo di Dottore di ricerca in Diritto penale dell’economia presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Messina (XV ciclo). |
anche se.. alla lunga.. Sette milioni di motivi per tornare in studio Paola Severino, Guardasigilli del governo Monti, ha deciso di riprendere a fare l'avvocato.
Paola Severino, ministro della Giustiza nel governo tecnico guidato da Mario Monti. Un avvocato prestato alla politica. Anzi, all’amministrazione della cosa pubblica. Paola Severino ha confermato quanto da tempo diceva a chi la conosce bene: «Al termine della legislatura, torno alla mia professione».
IL “COSTO” DELLA POLITICA. L’avvocato è finito subito sotto i riflettori dei media, dopo la nomina dello scorso anno, in quanto è risultato il professionista con il reddito più alto nella compagine di governo: oltre 7 milioni di euro, che facevano impallidire persino l’ex numero uno di Intesa San Paolo, Corrado Passea, che nell’ultima dichiarazione da banchiere aveva segnalato un reddito di “appena” 3,5 milioni di euro. Considerato che il compenso annuo del guardasigilli è di circa 195.255 euro, si capisce bene la decisione del ministro. Che, tuttavia, nel motivare la sua scelta non ha fatto riferimento a questioni di pecunia.
Non potrei mai chiedere alle persone del mio staff uno sforzo ulteriore. Ho spremuto tante energie dai miei collaboratori perché sapevo che avevamo poco tempo per fare tante cose. Ma adesso basta.
ha detto il ministro che, tuttavia, ha espresso l’auspicio che nel prossimo governo siano presenti «persone per bene, tecniche e preparate». Nella sua carriera da penalista, il ministro uscente ha svolto numerosi incarichi di prestigio come l’assistenza a Morgan Stanley nella vicenda del crac Parmalat e la tutela di Depfa nei procedimenti sui derivati con le amministrazioni locali.
TORNA IL NOME SULLA TARGA. A questo punto, lo studio potrà tornare alla sua insegna originaria. Infatti, dopo l’assegnazione dell’incarico, il nome del ministro era stato tolto (come previsto dalla legge) dalla targa della boutique di diritto penale. Da studio legale Di Benedetto Severino, il nome era stato trasformato in Studio legale penalisti e associati.
La decisione, infatti, era stata quella di togliere dall’insegna non solo il nome del ministro, ma anche quello del marito Paolo Di Benedetto, commissario Consob. In questi mesi, le redini della struttura sono state affidate a Maurizio Bellacosa, da sempre collaboratore della Severino, che ha gestito la dozzina di professionisti, tra cui la figlia del ministro, Eleonora Severino, che compongono lo studio. |
..e secondo me non è una bellacosa, no? add: MARITO DELLA PIÙ NOTA PAOLA SEVERINO, EX VICEPRESIDENTE DELLA MAGISTRATURA MILITARE Di Benedetto, l' ex funzionario che diventò commissario Consob
Già dipendente dell' istituto, ora alla gestione dei fondi delle Poste; L' esame delle designazioni per la Commissione di vigilanza è atteso per la prossima settimana
ROMA - Fino a qualche giorno fa era praticamente uno sconosciuto. Di Paolo Di Benedetto si sapeva solo che era amministratore delegato della società di gestione dei fondi di investimento delle Poste. Così quando il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi lo ha designato commissario della Consob, sono stati colti tutti alla sprovvista. Anche all' interno della commissione, dove il possibile ritorno di Di Benedetto ha generato non pochi malumori. Romano, 55 anni, Di Benedetto è dal marzo 2000 amministratore delegato di BancoPosta Fondi Sgr. Lo ha nominato l' ex amministratore delegato delle Poste Corrado Passera. Di professione avvocato, non ha praticamente mai esercitato la libera professione. E' entrato al Banco di Napoli nel 1973. Poi nel 1985 è approdato alla Consob, come funzionario, quando alla presidenza c' era Franco Piga. Nel suo curriculum c' è scritto che è stato responsabile delle autorizzazioni alle reti di vendita, che ha contribuito al regolamento «porta a porta» e che nel 1995 è andato alla direzione affari legali. Per qualche anno è stato segretario della Commissione, di cui compilava i verbali. Tutte tappe di una onorata carriera, durata una quindicina d' anni, ma che non ha cambiato la storia della Consob. Il suo curriculum informa pure che è professore a contratto di Diritto dei mercati finanziari alla Luiss di Roma. La stessa università nella quale è stata recentemente nominata preside della facoltà di Giurisprudenza sua moglie Paola Severino. Che non è certamente una sconosciuta nel mondo politico e della giustizia. Un anno fa ha sfiorato la nomina alla vicepresidenza del Consiglio superiore della magistratura, candidata dall' Udc. Nel 2001 aveva vinto invece la classifica dei manager pubblici più ricchi. Nell' elenco era finita in quanto vicepresidente (e donna, per la prima volta nella storia), della magistratura militare: 3,3 miliardi di lire nel 1998. Ma è una cifra che non deve stupire. Paola Severino è uno dei più noti avvocati penalisti italiani. Ha lavorato con Giovanni Maria Flick, poi nominato ministro della Giustizia nel governo di Romano Prodi. Ha difeso lo stesso Prodi nel processo Cirio. Ma anche Giovanni Acampora, legale della Fininvest poi coinvolto nel processo Imi-Sir. Fra i suoi clienti figurano l' Eni e il gruppo di Francesco Gaetano Caltagirone.
E pure l' Unione delle comunità ebraiche, che ha rappresentato contro Erich Priebke. A fine giugno dello scorso anno ha recitato al festival di Spoleto il processo a Charlotte Corday, l' assassina di Jean Paul Marat.
Lei interpretava l' avvocato difensore. Antonio Di Pietro la pubblica accusa.
Il legame con Paola Severino può apparire un dettaglio insignificante.
Che però offre una chiave di lettura del motivo per cui la nomina di Di Benedetto potrebbe diventare un clamoroso caso politico nella maggioranza, opponendo ancora una volta leghisti e cattolici. La prossima settimana la commissione Finanze della Camera dovrà esaminare il suo curriculum insieme a quello del potentissimo Lamberto Cardia, designato alla presidenza della Consob.
E dare il proprio parere. Non vincolante, sia ben chiaro.
Eppure quel passaggio si annuncia tutt' altro che una semplice formalità.
Un precedente esiste già, e risale al 1991. L' allora presidente del Consiglio Giulio Andreotti aveva designato alla presidenza dell' autorità che sorveglia sui mercati l' ex presidente della prima sezione civile della Corte d' appello di Roma, Carlo Sammarco. Ma dopo due clamorose bocciature delle commissioni Finanze di Camera e Senato la nomina venne ritirata. Che la designazione di Cardia, ex capo di gabinetto di Lamberto Dini, ora esponente della Margherita, non fosse gradita a tutti, era noto.
Tuttavia anche le ultime resistenze sembravano superate. Ma l' accoppiata con Di Benedetto ha determinato nuove tensioni. Lega Nord e una parte di Alleanza nazionale si preparano a dare battaglia e il clima di fibrillazione politica, dopo la sconfitta del centrodestra alle amministrative, rende possibile ogni pronostico. Tanto più che nemmeno il ministro dell' Economia Giulio Tremonti e il vicepremier Gianfranco Fini avrebbero ancora digerito una vicenda che presenta risvolti singolari. Mentre ogni nomina del governo Berlusconi è stata oggetto di lunghe e complesse trattative, quelle di Cardia e di Di Benedetto sono state fulminee. Fatto davvero insolito, addirittura un mese prima della scadenza dell' incarico del presidente, Luigi Spaventa. Il tutto è poi avvenuto a totale insaputa di Tremonti e, per giunta, in sua assenza (quel giorno si trovava a Trieste). Ce n' è abbastanza, insomma, perché l' operazione sia subito stata bollata come un blitz in piena regola dei cattolici dell' Udc, condotto con l' abile sostegno del sottosegretario alla presidenza Gianni Letta. Un altro episodio che rischia di segnare i rapporti nella maggioranza. Sergio Rizzo Il personaggio La carriera L' avvocato Paolo Di Benedetto, 55 anni (nella foto in alto), designato come commissario della Consob. Di Benedetto è un ex funzionario della Commissione di vigilanza sulla Borsa, nella quale è entrato nel 1985. Dal marzo 2000 era amministratore delegato della Bancoposta fondi sgr. La moglie del futuro commissario Consob, l' avvocato Paola Severino (nella foto in basso), preside della facoltà di giurisprudenza della Luiss, che nel 2001 figurava tra i manager pubblici più pagati (era vicepresidente della Magistratura militare).
Rizzo Sergio
Pagina 29 (10 giugno 2003) - Corriere della Sera |
PAOLO DI BENEDETTO
Membro della Commissione Nazionale delle Società e la Borsa (CONSOB) da luglio 2003.
Nato a Roma il 21 ottobre 1947.
Laureato in Giurisprudenza presso l'Università di Roma "La Sapienza".
Diplomato presso la Scuola di Specializzazione in Scienze Amministrative della medesima Università.
Avvocato.
Docente a contratto di Diritto dei Mercati Finanziari presso l'Università LUISS di Roma.
Dal 1973 al 1985, presso il Banco di Napoli, nella cui sede di Roma ha inizialmente svolto la sua attività presso l'Ufficio Fidi per essere successivamente destinato alla Direzione Affari Legali della Sede.
Dal gennaio 1985 presso la Consob, nel ruolo della quale è stato inquadrato come funzionario e, dal gennaio 1994, come dirigente. In Consob, dal 1986 è stato responsabile dell'autorizzazione e della vigilanza sulle società di distribuzione di prodotti finanziari (cosiddette "reti di vendita"), dal 1990 responsabile dell'Ufficio di Segretariato Generale della Commissione e dal 1995 alla Divisione Affari Legali.
Dal marzo 2000 a luglio 2002, è stato amministratore delegato di SIM Poste spa, Società di Intermediazione Mobiliare del gruppo Poste Italiane.
Da marzo 2000 sino alla nomina a componente della Consob, è stato amministratore delegato, con i più ampi poteri di rappresentanza e gestione, di BancoPosta Fondi spa SGR, Società di gestione di Fondi Comuni di Investimento del gruppo Poste Italiane. |
AVVOCATO E COMMISSARIO Consob, si dimette Di Benedetto Il commissario Consob Paolo Di Benedetto ha rassegnato le dimissioni dall' incarico a partire dal primo aprile 2010. Lo ha reso noto la stessa Autorità di vigilanza. L' avvocato Di Benedetto, il cui mandato sarebbe arrivato a naturale scadenza il 30 giugno prossimo, «ha scelto di lasciare anticipatamente la Consob per motivi esclusivamente personali», spiega la Consob.
Pagina 29 (21 marzo 2010) - Corriere della Sera |
Il giallo del decreto sul mandato di Cardia
Cronologia articolo9 giugno 2010 Storia dell'articolo Chiudi Questo articolo è stato pubblicato il 09 giugno 2010 alle ore 08:26.
Si infittisce il mistero sulla presidenza della Consob. Proprio ieri, mentre sembrava che si fosse rafforzata la candidatura di Vincenzo Carbone, presidente della Corte di cassazione, le agenzie di stampa hanno annunciato una possibile sorpresa per il prossimo consiglio dei ministri: una conferma per decreto dell'attuale presidente Lamberto Cardia per 60 giorni. Cardia si trova a Montreal, in Canada, per l'assemblea annuale della Iosco e il prossimo 28 giugno è atteso a Milano per il tradizionale appuntamento del Discorso al mercato.
È tuttora vacante anche il posto di quinto commissario. Il successore di Paolo di Benedetto, dimessosi nelle scorse settimane, potrebbe essere designato già giovedì. I candidati sarebbero l'ex-manager Eni Giuseppina Fusco, il direttore generale di Assoreti Marco Tofanelli, il responsabile compliance di Mediobanca Stefano Vincenzi e Carlo Pinardi, presidente di Analysis e docente universitario.(R.Fi.) |
Acea: Assemblea approva Bilancio e nomina nuovo CdA. Confermati vertici, Cremonesi presidente Approvati dall’Assemblea degli Azionisti il Bilancio di esercizio e il Bilancio consolidato 2009. Nominato anche il nuovo Consiglio di Amministrazione e il nuovo Collegio Sindacale.
Nel nuovo CdA, confermato nel numero di 9 componenti, sono stati eletti, sulla base della lista presentata dal Comune di Roma, Giancarlo Cremonesi, Marco Staderini, Paolo Giorgio Bassi, Luigi Pelaggi, Andrea Peruzy; per la lista presentata dal socio Fincal, Francesco Caltagirone e Paolo di Benedetto; per la lista di Ondeo Italia, Jean-Louis Chaussade e Aldo Chiarini.
Giancarlo Cremonesi è stato confermato presidente del Consiglio di Amministrazione.
Inoltre, per il Collegio Sindacale sono stati eletti i sindaci effettivi Enrico Laghi (lista Fincal), Alberto Romano e Corrado Gatti (ambedue lista Comune di Roma), e i sindaci supplenti Leonardo Quagliata (lista Comune di Roma) e Gianluca Marini (lista Ondeo Italia).
Nel Consiglio di Amministrazione entrano per la prima volta Francesco Caltagirone, Paolo di Benedetto e Aldo Chiarini.
Di seguito un breve profilo dei tre neoconsiglieri.
Francesco Caltagirone, nato a Roma il 29 ottobre 1968. Attualmente ricopre i seguenti incarichi: presidente e amministratore delegato di Cementir Holding SpA, vice presidente di Banca Antonveneta SpA, consigliere di amministrazione di Caltagirone SpA, Caltagirone Editore SpA, Banca Finnat Euramerica, Il Mattino di Napoli. E’ stato presidente di Vianini Industria SpA, consigliere di amministrazione della Banca Nazionale dell’Agricoltura, vice presidente Confindustria Lazio, rappresentante generale della giunta e membro del comitato direttivo dell’Unione Industriali di Roma.
Paolo di Benedetto, nato a Roma il 21 ottobre 1947. Diploma di laurea in Giurisprudenza e diploma di specializzazione in Scienze Amministrative con lode, presso l’Università di Roma “La Sapienza”. Avvocato, componente Consob dal 2003 al 2010. In passato ha ricoperto il ruolo di amministratore delegato di Sim Poste Italiane, società di intermediazione mobiliare, e BancoPosta Fondi Spa SGR, società di gestione fondi comuni di investimento, del Gruppo Poste Italiane SpA. Autore di articoli in tema di diritto dei mercati mobiliari e docente a contratto di Diritto dei Mercati Mobiliari presso l’Università Luiss Guido Carli di Roma e presso l’Università di Roma di Tor Vergata.
Aldo Chiarini, nato a Milano il 3 dicembre 1959. Laurea in Ingegneria chimica presso il Politecnico di Milano. Attualmente ricopre l’incarico di direttore generale di GdF Suez Energia Italia SpA. Tra le esperienze professionali, amministratore delegato di Elyo Italia Srl, ad di Petrol Company Srl e direttore tecnico di Petrol Company. |
andamento titoli associatiBCA FINNAT * Luca Fiore 21 febbraio 2013 - 18:59 MILANO (Finanza.com) Banca Finnat Euramerica ha reso noto che Paolo di Benedetto ha rassegnato le proprie dimissioni dalla carica di Consigliere d’amministrazione (non esecutivo, non indipendente e non appartenente a comitati interni). La decisione è attribuibile a “motivi personali”. |
IL MONDO / finanza / 12 Marzo 2013 Edison/ Edf presenta la lista, su 12 nomi solo tre italianiSono Gian Maria Gros-Pietro, Paolo di Benedetto e Nathalie Tocci. Confermate le anticipazioni de ilmondo.it, Proglio verso la riconferma a presidente e Lescoeur ad amministratore delegato. La presidenza italiana sarebbe solo rimandataEdison/ Edf presenta la lista, su 12 nomi solo tre italiani Milano, 12 mar - Presidente italiano rimandato. Da Parigi arriva la conferma di quanto anticipato da ilmondo.it sulle nomine ai vertici di Edison. Transalpina di Energia, società attraverso la quale Edf controlla Edison, ha deciso di rinnovare Henri Proglio, numero uno del gigante energetico d'Oltralpe, alla presidenza di Foro Buonaparte. Edf ha pero' poi sottolineato «la volontà è di trovare un presidente italiano per Edison » sottolineando che «attualmente lo scenario richiede tuttavia una continuità e un forte committment per fronteggiare al meglio il futuro».
Intanto nella lista dei candidati che saranno proposti all'assemblea dei soci del 22 marzo per il rinnovo dei vertici figurano solo tre nomi italiani: Gian Maria Gros-Pietro, Nathalie Tocci e Paolo Di Benedetto, in passato consigliere di Banca Finnat Euramerica. Esce dal consiglio Gregorio Gitti, genero del banchiere Giovanni Bazoli, neoeletto alla Camera dei Deputati con la lista Scelta Civica per l'Italia di Mario Monti. Fuori anche Mario Cocchi, che rappresentava in consiglio gli interessi dell'ex socio Tassara. Oltre a Gros-Pietro, Proglio e Di Benedetto, nella lista dei candidati di Transalpina ci sono poi Béatrice Bigois, Philippe Esper, Pierre Lederer, Denis Lépée, Jorge Mora, Thomas Piquemal, Nicole Verdier-Naves e naturalmente Bruno Lescoeur, attuale amministratore delegato verso la riconferma.
Fiorina Capozzi |
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