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Allarme per le banche irlandesi e la Bce corre in aiuto comprando i Bond di Dublino
dal sole24ore
I timori sulla tenuta debiti sovrani tornano a farsi sentire sui mercati. Questa volta a preoccupare è l'Irlanda. Lo spread dei tassi d'interesse sul debito irlandese a 10 anni rispetto al bund tedesco si è allargato a 2,88 punti percentuali. Livelli che non si vedevano da circa tre mesi, tempi in cui imperversava la crisi della Grecia.
L'asta dei titoli a 6 mesi di Dublino ha registrato una forte domanda, pari a 3,6 volte l'importo offerto (500 milioni), ma il rendimento è salito al 2,45 per cento. Gli stessi titoli erano stati collocati nell'asta del 22 luglio con un rendimento dell' 1,36 per cento. Anche per i titoli con scadenza a 8 mesi si è registrato una domanda sostenuta, pari 3,1 volte l'importo offerto (500 milioni), ma rendimento in volo al 2,81% da 1,80% della precedente asta del 22 di luglio.
All'asta, secondo l'agenzia Bloomberg, avrebbe partecipato la stessa Banca centrale europea. Secondo due trader che avrebbero assistito alle transazioni l'Eurotower che, con l'aggravarsi della crisi dei debiti sovrani acquista titoli di Stato dei paesi membri, avrebbe comprato titoli con scadenza non superiore ai due anni, anche se in quantità limitate. Una mossa per raffreddare la tensione sul mercato dei titoli di Stato. Ma anche interessata, data la sovraesposizione del sistema creditizio irlandese nei confronti dell'Eurotower.
I timori sulla tenuta dei conti pubblici di Dublino sono tornati alla ribalta dopo che l'Unione europea ha autorizzato uno stanziamento 10 miliardi di euro in favore della Anglo-Irish bank. Che la banca, travolta dalla crisi finanziaria e nazionalizzata nel 2009, non navigasse in buone acque era chiaro. Ma nessuno si aspettava una ricapitalizzazione di questo ammontare. Una cifra che fa salire il conto totale del salvataggio a 24 miliardi e 3 milioni di euro (oltre il 10% del Pil che nel 2009 è stato di 229 miliardi).
Questo ha fatto sospettare che la Anglo Irish, che non ha partecipato agli stress test, abbia più difficoltà del previsto nel rifinanziare il proprio debito. Proprio in queste settimane, esattamente il 9 settembre, andrà in scadenza un bond emesso a dicembre 2008 (nel pieno della tempesta dei mercati). La Anglo Irish dovrà sborsare 4 miliardi e 607 milioni di euro, più della metà delle scadenze 2010.
In generale è tutto il comparto bancario irlandese a soffrire, come già certificato da Moody's che nelle scorse ha tagliato il rating di Dublino. Bank of Ireland ha recentemente comunicato un calo dei profitti del 66 per cento. Le perdite sono più che raddoppiate a causa dei minori tassi di interesse incassati nella vendita di titoli tossici alla National Asset Management Agency, il fondo governativo messo in piedi per sterilizzare gli effetti della crisi.
Nonostante il piano di austerity, varato nei mesi scorsi per sterilizzare la speculazione che aveva colpito pesantemente la Grecia, il deficit irlandese rischia così di salire oltre il 20% del Pil. Questo spiega l'impennata dei rendimenti sui titoli di stato e dei credit default swap (derivati che assicurano sul rischio Paese). Il costo per coprirsi sui bond a cinque anni è salito a 282 punti base. Questo significa che per assicurarsi su 10 milioni di debito irlandese bisognerà sborsare 281mila euro.
Sono lontani i tempi in cui l'Irlanda veniva definita la «tigre celtica», per via della crescita sostenuta (+6% annuo) che la sua economia ha messo a segno tra il 1995 e il 2007. La crisi ha messo a nudo quanto essa fosse drogata da un mercato immobiliare troppo esuberante e banche conniventi. Dal 2007 i prezzi delle case sono scesi del 50% e l'economia è scivolata in una durissima recessione (nel 2009 il Pil è sceso di quasi otto punti percentuali). Il resto lo hanno fatto i salvataggi bancari che hanno fatto esplodere il deficit e costringere il governo a misure draconiane per sfuggire alla speculazione internazionale. |