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LA NASCITA DI UNA BANCONOTA (dalla Banca Centrale al nostro portafoglio) di Francesco Fata – http://www.primit.it – In questi anni di studio del signoraggio ho potuto notare in rete una certa confusione nel trattare questo argomento. Strampalati personaggi intessono argomentazioni prive di qualsiasi giustificazione tecnica e, non solo scrivono su improbabili blog che vorrebbero screditare l’esistenza di questo dannoso meccanismo monetario, ma a volte, si cimentano anche in video-lezioni, ergendosi a “docenti denoandri” quando non posseggono la benché minima nozione tecnica seria sugli argomenti monetari, commettendo quindi, errori grossolani avvilenti quando non addirittura esilaranti. Ultimamente mi è capitato di sentirmi dire da uno di questi personaggi che fanno video-lezioni, che il signoraggio non esiste in quanto non è vero che la moneta è emessa a debito da parte del sistema bancario. Quali sono le motivazioni di tale affermazione? 1) Non è vero che l’emissione di una banconota avviene dietro cessione di un titolo di debito pubblico (Bot, Cct ecc.) alla Banca Centrale da parte dello Stato in quanto l’art.21 del trattato di Maastricht vieta espressamente la cessione di titoli di stato con moneta tra la banca centrale e lo stato stesso. 2) Non è vero che la moneta bancaria si crea tramite un debito in quanto il debito si crea PRIMA dell’emissione, quindi il debito NON C’ENTRA NIENTE con l’emissione di denaro. Si può creare denaro anche SENZA DEBITO PUBBLICO. Ora, a parte il fatto che per dimostrare ciò che dicono (al contrario del sottoscritto) non portano un straccio di documentazione a supporto, è singolare fino al comico che a giustificazione di una loro frase a confutazione di quello che dico, portano una seconda frase semplicemente “rafforzativa” della prima ma non certo “esplicativa” o “dimostrativa”. Questo è tipico di chi, non conoscendo gli argomenti, cerca comunque di convincere. In questa sede dimostrerò invece che i due punti suindicati oltre ad essere stati esposti in modo piuttosto impreciso (sicuramente il punto 2), senza ombra di dubbio non sono giustificazioni serie per confutare il fatto che tutta la moneta circolante è emessa solo se si è proceduto a contrarre un debito monetario con una banca. La moneta cartacea e bancaria cioè, derivano inconfutabilmente da un debito contratto da singoli componenti della collettività (Stato o privati cittadini o imprese) con le banche commerciali, ma dando così la possibilità alla banca centrale di creare denaro non direttamente ma indirettamente. A dire il vero, in questo documento, parlerò soprattutto del punto 1) cioè della creazione di una banconota tramite un debito bancario e di come arriva nelle nostre tasche, visto che sul punto 2) è avvilente il solo parlarne dato che, della creazione di credito da parte delle banche commerciali che viene usato come denaro bancario nei pagamenti, si parla in qualsiasi libro che tratti di economia o macroeconomia (e non servo certo io a confermare la realtà dei fatti). Ne cito solo uno dei tanti: Enciclopedia delle scienze sociali della Treccani (mica pincopallino!). Al paragrafo 4 dell’introduzione, sul “CREDITO E MONETA” si legge :” Come si è detto, nelle economie monetarie, come quelle contemporanee, la moneta è il veicolo universale per il trasferimento del potere d'acquisto. Un'economia creditizia è quindi essenzialmente un'economia monetaria. Questa sostanziale identità non deve far dimenticare, da un lato, che il credito può esistere anche in un'economia non monetaria o di baratto (credito in natura) e, dall'altro, che il funzionamento di un'economia monetaria si basa sullo stretto rapporto fra credito e moneta.Questo intreccio è dimostrato dal fatto che gran parte dei mezzi di pagamento che attualmente usiamo sono essi stessi il frutto di un'operazione di credito. L'abbandono progressivo di sistemi monetari fondati su particolari merci (oro e argento) in favore di sistemi monetari alla cui base stanno rapporti fiduciari implica un salto di qualità: la creazione dei mezzi di pagamento di un'economia avviene per il tramite di istituzioni creditizie (l'istituto di emissione, o banca centrale, e le banche). Per chi non l’avesse capito sottolineo il “…gran parte dei mezzi di pagamento che attualmente usiamo sono essi stessi il frutto di un'operazione di credito”. Probabilmente questi personaggi si preoccupano [di] e si impegnano a fare video-lezioni ma non si preoccupano [di] e non si impegnano a (tenetevi forte che lo dico) STUDIARE, leggere uno straccio di testo di economia o una legge, un regolamento o altro documento ufficiale. Quindi, archiviato il punto 2) con questo laconico stralcio di un testo di indubbia attendibilità, passiamo a spiegare il punto 1) relativo alla creazione di una banconota da parte della banca centrale e di come essa, tramite un debito monetario, arrivi nei nostri portafogli. Prima di iniziare però, mi preme sottolineare che stiamo parlando di lana caprina, in quanto le banconote rappresentano appena il 2-3% di tutta la moneta circolante attualmente nel territorio italiano. Infatti a fronte di un monte banconote di circa 100 miliardi di €uro, abbiamo una quantità di moneta bancaria (assegni, bonifici, carte di credito, pagamenti in POS, ecc.) derivante da debiti bancari pari a circa 4.000 miliardi di €uro. Per spiegare come nasce una banconota, è necessario immaginarsi una collettività priva di mezzi di pagamento, senza cioè, un sistema monetario già esistente e funzionante, altrimenti si rischia di fare confusione e non arrivare al succo dell’origine del mezzo monetario-banconota. Questi personaggi invece, quando spiego l’origine della moneta in questo modo, sostengono che non posso fare esempi “artificiosi” e privi di realtà. Ma come si fa a spiegare come si accende un fuoco quando il fuoco è già acceso? Ve l’immaginate una classe di studenti che chiede all’insegnante di spiegare come si accende un fuoco e, per tutta risposta, l’insegnante comincia: “allora…basta prendere con della carta un po’ di fiamma da un fuoco acceso lì vicino….”, al che gli studenti:”…ma nooo! Professore, che dice! Lei ce lo deve spiegare ma senza usare un fuoco già acceso!” infine la risposta del professore:”…eh! Ma voi non potete partire da esempi artificiosi e privi di realtà!” Ahhh! La logica…questa [per loro] sconosciuta! Immaginiamo quindi una collettività formata da pochi soggetti, dandogli anche un nome: Tizio che ha un frutteto Caio che possiede pecore Sempronio che commercia carne e frutta Banca A che ha Tizio come cliente Banca B che ha Caio come cliente Banca C che ha Sempronio come cliente Banca Centrale Governo Non circola ancora denaro. Sempronio, che vuole iniziare, nel piccolo capannone di sua proprietà costruito con le sue mani, l’attività di trasformazione e vendita della carne e commercio della frutta, ha bisogno di denaro per comprare frutta da Tizio e qualche pecora da Caio per poi rivendere carne e frutta. L’unico modo per avere denaro è quello di chiedere un prestito alla banca C di cui è appena diventato cliente (ricordate il punto 2) con la spiegazione della Treccani sul credito e moneta?). La Banca C gli chiede in garanzia l’ipoteca sul suo piccolo capannone e così gli concede 1.000 €uro di prestito. Sempronio possiede ora sul suo conto corrente del DENARO BANCARIO (non ancora banconote) grazie a un’operazione di credito. Prima riflessione: ma la Banca C possiede nelle sue casse questi 1.000 €uro che ha prestato a Sempronio? Risposta: NO, non li possiede. Domanda:allora come ha fatto a prestarli? Risposta: se li è fatti prestare dalla Banca Centrale che li ha accreditati in un apposito conto corrente che la Banca C ha aperto presso la stessa Banca Centrale (chiamato conto di riserva/regolamento o conto PM). Domanda: quindi la Banca C per avere il prestito (chiamato rifinanziamento) dalla Banca Centrale avrà portato delle garanzie del banchiere proprietario, magari delle sue proprietà (terreni, fabbricati, titoli ecc.)? Risposta: NO perché ha portato la garanzia di Tizio (non certo le sue) per avere quel prestito dalla Banca Centrale. Infatti un’ipoteca su un immobile, conferisce AUTOMATICAMENTE il diritto per la Banca C ad avere l’accredito da parte della Banca Centrale sul proprio conto denominato PM. (vedi nota 1). Domanda:ma allora è la Banca Centrale a possedere il denaro che ha prestato alla Banca C che ha prestato a Sempronio? Risposta:NO, la Banca Centrale ha semplicemente creato (senza averli) quei 1.000 €uro prestati. Se fossero già banconote si potrebbe dire “stampati” ma siccome sono un semplice accredito digitale su un conto gestito da un computer, possiamo definirli “digitati”. Vediamo la configurazione contabile della Banca C appena ha accordato il prestito a Sempronio grazie alla garanzia: Prima conclusione: la Banca C grazie alla garanzia di Sempronio presta senza averli 1.000 €uro digitali a Sempronio stesso, tramite la Banca Centrale che li ha “digitati” dal nulla. Seconda conclusione: la Banca C, tramite la Banca Centrale, in presenza di una garanzia, non presta soldi dei depositanti (non ne ha bisogno) in quanto, in realtà, trasforma semplicemente in denaro digitale in favore di Sempronio, tutto o parte di un bene reale di proprietà dello stesso Sempronio. Pertanto dov’è la cosiddetta “intermediazione del credito” operata (come ci insegnano a scuola) da parte della Banca C? In realtà in questo di tipo di prestiti non opera assolutamente come intermediaria del credito e questo è un fatto inconfutabile. Ora vediamo come quel “denaro digitale” diventa “banconote”. Sempronio telefona a Tizio per prenotare della frutta per un valore di 300 €uro e Tizio gli dice che vorrebbe essere pagato in contanti. Caio, invece, per la pecora del valore di 500 €uro, non ha problemi a ricevere un assegno. Così Sempronio prenota presso la sua Banca C i 300 €uro di contanti. La Banca C non li possiede e pertanto li chiede alla Banca Centrale. E’ in questo momento che la Banca Centrale “stampa” fisicamente le banconote (o magari le avrà stampate, per comodità, precedentemente e tenute in deposito nel suo caveau) e, tramite la sede territoriale consegna le stesse con i furgoni portavalori alla Banca C. La Banca Centrale decurterà parte del credito di 1.000 €uro che la banca C vantava presso di essa per effetto della costituzione in garanzia. Come si nota dalla configurazione contabile, la banca C ora si trova con 300 €uro in cassa, che dovrà dare a Sempronio che li aveva richiesti. Chiaramente quando Sempronio ritirerà i suoi 300 €uro, la cassa della banca C si ridurrà per l'uscita dei contanti così come si ridurrà il debito che la Banca C aveva nei confronti di Sempronio (debito creatosi con la concessione del prestito). La configurazione contabile in partita doppia della Banca C sarà questa: La struttura dei singoli conti relativi alle varie voci di bilancio sarà questa: Il conto "Debiti verso cliente Sempronio" sarà aperto per la concessione del prestito (per la Banca sarà un debito per di lui in quanto lo dovrà pagare prima o poi) e sarà diminuito ogni volta che preleverà contanti o farà assegni. Questo è un esempio di come, tramite un debito bancario contratto da un privato, la Banca Centrale è arrivata a stampare banconote che ha immesso in circolo. Andiamo avanti. Un giorno il governo decide che vuole realizzare un parco pubblico per il relax delle famiglie di Tizio Caio e Sempronio nonché per le famiglie dei banchieri A, B, C (anche se questi ultimi li farei rilassare a 300 metri sotto livello suolo in una miniera del Sudafrica). Così viene appaltato il lavoro ai tre figli di Tizio Caio e Sempronio che se la cavano con il movimento terra e il giardinaggio. Il governo si mette d’accordo con loro al prezzo di 2.000 €uro. Finito il lavoro i tre giovani dovranno essere pagati. Il governo avrebbe due strade da percorrere per pagare i lavori del parco pubblico: 1) Tassare la comunità (composta da Tizio, Caio Sempronio e figli nonché dai tre banchieri) per un importo di 2.000 €uro ma ciò evidentemente non è possibile in quanto, anche ammettendo una tassazione al 50% non si arriverebbe mai a incassare i soldi necessari visto che in circolazione esistono soltanto i 1.000 €uro con cui si sono scambiati beni e servizi Tizio Caio e Sempronio. Il governo dovrebbe aspettare che Tizio Caio Sempronio e il resto della comunità chiedano almeno ulteriori 3.000 €uro di prestiti con cui lavorare e commerciare e sperare che vengano tutti spesi (e non tenuti in deposito) in modo che in totale, i 4.000 €uro diventino ricavi da tassare al 50%, permettendo al governo di incassare i fatidici 2.000 €uro con cui pagare il parco pubblico. Riflessione: come vedete, anche se il governo non fa debiti per la spesa pubblica, affinché incassi le tasse, dovranno necessariamente essere i privati a fare debito come ho spiegato in un altro mio articolo “Debito pubblico…per capirlo…semplicemente” viewtopic.php?f=9&t=1646 2) Emettere un titolo di debito pubblico col quale farsi prestare il denaro necessario per pagare il parco pubblico. Vediamo cosa succede se il governo optasse per la soluzione n.2). Il governo così ordina di stampare B.O.T. per 2.000 €uro che colloca sul mercato. Due soggetti decidono di acquistare questi B.O.T.: Caio ci spende i suoi 500 €uro che ha incassato da Sempronio per la pecora, mentre i restanti 1.500 €uro li offre la Banca A. La banca A (inutile dirlo) PRESTA 1.500 €uro al governo facendosi dare i titoli. Riflessione: ma la Banca A possiede nelle sue casse questi 1.500 €uro che ha prestato al governo? Risposta: NO, non li possiede. Domanda:allora come ha fatto a prestarli? Risposta: se li è fatti prestare dalla Banca Centrale che li ha accreditati in un apposito conto corrente che la Banca A ha aperto presso la stessa Banca Centrale (chiamato conto di regolamento o conto PM). (ma forse avete già letto questa tiritera?) Domanda: quindi la Banca A per avere il prestito (chiamato rifinanziamento) dalla Banca Centrale avrà portato delle garanzie del banchiere proprietario, magari delle sue proprietà (terreni, fabbricati, titoli ecc.)? Risposta: NO perché ha portato le garanzia del governo date dai titoli (non certo le sue) per avere quel prestito dalla Banca Centrale. Infatti un titolo di stato, conferisce AUTOMATICAMENTE il diritto per la Banca A ad avere l’accredito da parte della Banca Centrale sul proprio conto denominato PM. (vedi nota 1). Domanda:ma allora è la Banca Centrale a possedere il denaro che ha prestato alla Banca A che ha prestato al governo? Risposta:NO, la Banca Centrale ha semplicemente creato (senza averli) quei 1.500 €uro prestati. Se fossero già banconote si potrebbe dire “stampati” ma siccome sono un semplice accredito digitale su un conto gestito da un computer, possiamo definirli “digitati”. (sì, penso proprio che abbiate già letto questa tiritera!). A questo punto il Governo possiede sul suo conto i 2.000 €uro grazie al debito pubblico contratto precisamente con: a) Caio per 500 €uro b) Banca A per 1.500 €uro Come vedete, anche in presenza di un debito pubblico contratto con un privato (Caio per 500 €uro), se è vero che in quest’ultimo passaggio, la sottoscrizione di debito pubblico non ha sottinteso creazione di moneta nuova, è senz’altro vero che quella moneta già esistente sul mercato era stata precedentemente creata dalla Banca Centrale quando Sempronio ha chiesto il prestito alla sua banca per avere il denaro per pagare Caio. Inutile dire che se a questo punto il Governo dovesse aver bisogno di tutto o parte dei 2.000 €uro sotto forma di banconote, la banca di cui esso è cliente procederà a richiederle (qualora non dovesse averle in cassa) alla Banca Centrale ripetendo il percorso già descritto precedentemente. Ecco quindi spiegata la strada che percorre un debito bancario per diventare una banconota. Ecco quindi spiegato perché è inconfutabile il fatto che ogni singolo €uro esistente nelle nostre tasche o sui nostri conti correnti hanno un corrispondente DEBITO che qualche “disgraziato” soggetto di questa nostra società ha contratto in qualche “disgraziato” momento della sua “disgraziata” vita con il “graziato [dai politici nostri rappresentanti] ” sistema bancario. Già se fossimo tutti d’accordo su questa considerazione, saremmo a un buon punto sulla strada della consapevolezza sul funzionamento del sistema monetario…ma…sta di fatto che gli ignoranti imperano e…purtroppo…parlano anche! Note: 1) Il conto PM o di regolamento è un conto presso la Banca Centrale in cui ogni banca effettua tutte le operazioni di pagamento e incasso interbancario e dove detiene le riserve liquide in generale oltre che la riserva di contante. Come detto, i prestiti garantiti in modo idoneo (in base a un elenco presente nel documento di Banca d’Italia “Strumenti di politica monetaria dell’Eurosistema-Guida per gli operatori”) daranno diritto al rifinanziamento della Banca Centrale. Non appena la banca commerciale avrà bisogno di tale rifinanziamento, basterà inviare un messaggio elettronico alla Banca Centrale e, in autonomia, la banca commerciale avrà l’accredito del denaro bancario tramite il rifinanziamento. Questo tipo di operazione tra Banca Centrale e banca commerciale è detta “finanziamento marginale” quando la Banca Centrale presta, mentre “deposito marginale” quando la banca commerciale rimborsa. Esse creano o eliminano base monetaria. Rif. Banca d’Italia “Sistema di regolamento lordo Birel” cap. 2.1 pag. 12 “Anticipazione infragiornaliera e utilizzo delle garanzie”; cap.B.1 pag.15 “prestiti bancari governati dalla legge italiana” Rif.”Il mercato monetario e la banca Centrale” di Angelo Baglioni, ed.”Il mulino” 2004 pagg.63-64 2) Le operazioni con cui la banca commerciale cede titoli di Stato alla banca Centrale per avere il rifinanziamento sul conto di regolamento, sono chiamate “operazioni di mercato aperto” e vengono generalmente fatte con la formula del “pronti contro termine”. La banca Centrale cioè, per aumentare base monetaria, acquista a pronti titoli di stato dalle banche commerciali per poi rivenderli a termine, ritirando base monetaria. Rif. “Il mercato monetario e la banca Centrale” di Angelo Baglioni, ed.”Il mulino” 2004 pagg.63-64 |