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:: I MATTONI DELLA CONSAPEVOLEZZA :: ci sono cose palesi, scritte sugli stessi libri di IGB ma che i negazionisti arrivano, per l'appunto, a NEGARE. Quando lo faranno sul WEB rimandateli a questo link e quando lo faranno dal VIVO ridetegli in faccia e passate oltre: fonte: Burda Wyplosz - macroeconomia - [Egea] fonte: Ben S. Bernanke, Robert H. Frank - Principi di macroeconomia - [McGraw-Hill] fonte: Terenzio Cozzi, Stefano Zamagni - "Elementi di economia politica" - [il Mulino] 01. le BANCHE CENTRALI (BC) hanno il MONOPOLIO di CREAZIONE della MONETA chiamata "BANCONOTA"; 02. le banconote NON in possesso delle banche (commerciali e/o centrali) costituiscono il "CIRCOLANTE"; 03. le banconote che le banche non possono toccare (prestare) sono dette "RISERVE BANCARIE"; 04. le banche commerciali CREANO moneta [elettronica] tramite i "DEPOSITI BANCARI"; 05. il CIRCOLANTE e le RISERVE BANCARIE costituiscono la "BASE MONETARIA"; 06. solo la BASE MONETARIA è considerata "MONETA LEGALE"; 07. ciò che è versato sul "DEPOSITO BANCARIO" è di proprietà della banca (art. 1834 c.c.); 08. nel "DEPOSITO IN CONTO CORRENTE" i pagamenti possono avvenire tramite assegno e il depositante puo' prelevare in qualsiasi momento (o quasi) (art. 1852 c.c.); 09. la BC acquista/vende Titoli di Stato tramite "Operazioni di Mercato Aperto" (OMA o OMO, in inglese Open Market Operations); 10. la BC impiega (aumenta o diminuisce) BASE MONETARIA nelle OMA; 11. le OMA avvengono sul "mercato secondario"; 12. oltre l'80% del Debito Pubblico è costituito da Titoli di Stato[1]; 13. solo il 10% (circa - dati 2011) è in mano a cittadini privati italiani (che sono comunque INVESTITORI e NON RISPARMIATORI); |
sottolineatura mia:
..Molto più importante tuttavia è il ruolo svolto nel processo di offerta di moneta: se non fosse per le banche, l'unico mezzo di scambio in circolazione sarebbe il circolante. In realtà, la maggior parte dell'offerta di moneta utilizzata nelle economie moderne è costituita dai depositi bancari, che vengono creati dal sistema delle banche commerciali. La funzione di creazione di moneta delle banche le contraddistingue dagli altri intermediari finanziari, come le casse di risparmio, gli operatori di borsa e i mercati azionari: queste istituzioni raccolgono, prestano e investono fondi, ma nessuna di esse ha il diritto di creare moneta, in quanto nessuna di esse ha il diritto legale di prestare somme maggiori di quelle ricevute in deposito. Prestando moneta che non posseggono direttamente, le banche commerciali in effetti creano moneta. Come? Apprenderemo che, erogando un prestito a un cliente, una banca accresce il volume delle sue attività, come indicato nella Figura 9.3 [pag. 255, nota mia] ; sul lato delle passività tale incremento viene controbilanciato dall'ammontare del prestito accreditato sul conto corrente del clietne. Semplificando, è in questo modo che le banche creano moneta..
..Ovviamente c'è un trucco: le banche devono possedere una quantità sufficiente di riserve bancarie (disponibilità di cassa e riserve) fra le attività del loro stato patrimoniale. Le riserve bancarie possono infatti essere considerate la «moneta» con cui le banche commerciali conducono transazioni tra di loro e con la banca centrale.
(continua: viewtopic.php?f=78&t=2147)
da: cap. 9 "macroeconomia"
> | Dispositivo dell'art. 1834 c.c. Fonti → Codice Civile → LIBRO QUARTO - DELLE OBBLIGAZIONI → Titolo III - Dei singoli contratti (Artt. 1470-1986) → Capo XVII - Dei contratti bancari Nei depositi di una somma di danaro presso una banca, questa ne acquista la proprietà ed è obbligata a restituirla nella stessa specie monetaria (1), alla scadenza del termine convenuto ovvero a richiesta del depositante, con l'osservanza del periodo di preavviso stabilito dalle parti o dagli usi (2). Salvo patto contrario, i versamenti e i prelevamenti si eseguono alla sede della banca presso la quale si è costituito il rapporto (3). Note (1) Se il deposito è fatto in valuta straniera, il debitore può decidere di pagare con valuta nazionale [v. 1278], oppure restituire la stessa somma in valuta straniera. È appena il caso di ricordare che, salvo inserimento di clausola specifica [v. 1279], il calcolo aritmetico di conversione, della valuta estera in quella nazionale, è fatto utilizzando il tasso di cambio esistente al momento della conclusione del contratto e non quello della eventuale restituzione. Ad esempio, se Tizio deposita presso la banca di Caio 1000 dollari statunitensi che equivalgono al momento del deposito a 920 euro, non potrà pretendere, al momento della riconsegna nessuna somma diversa da 920 euro, anche se il tasso di cambio fosse variato e i 1000 dollari corrispondessero, per esempio, a 1.000 euro. (2) Il preavviso, da parte del depositante, ha natura di onere [v. 1353], cioè di sacrificio che un soggetto deve sopportare per acquisire o conservare un diritto. (3) Per sede della banca la prassi comune intende l'agenzia dove si è concluso il contratto. La sede, in realtà, è il centro vitale degli interessi di una banca in una città: quindi in una città ci possono essere varie agenzie ma una sola sede.
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> | Dispositivo dell'art. 1852 c.c. Fonti → Codice Civile → LIBRO QUARTO - DELLE OBBLIGAZIONI → Titolo III - Dei singoli contratti (Artt. 1470-1986) → Capo XVII - Dei contratti bancari Qualora il deposito, l'apertura di credito [1842] o altre operazioni bancarie (1) siano regolate in conto corrente, il correntista può disporre (2) in qualsiasi momento delle somme risultanti a suo credito, salva l'osservanza del termine di preavviso eventualmente pattuito. Note (1) Ad esempio, l'anticipazione bancaria [v. 1846]. (2) Il correntista può stabilire, in accordo con la banca [v. 1532], di trasferire le somme a suo credito, o parte di esse, tramite assegno, cioè tramite ordine scritto e firmato di pagare al soggetto individuato sul documento [v. 2008]. Questo accordo, detto convenzione di assegno, obbliga la banca a pagare (sempre che esista una somma a credito del correntista), ad identificare il portatore [v. 1993] e a confrontare la firma sul documento con quella depositata (cd. specimen).
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Art. 453 - Falsificazione di monete, spendita e introduzione nello Stato, previo concerto, di monete falsificate - e` punito con la reclusione da tre a dodici anni e con la multa da euro 516 a euro 3.098 ; 1) chiunque contraffa` monete nazionali o straniere, aventi corso legale nello Stato o fuori; 2) chiunque altera in qualsiasi modo monete genuine, col dare ad esse l`apparenza di un valore superiore; 3) chiunque, non essendo concorso nella contraffazione o nell`alterazione, ma di concerto con chi l`ha eseguita ovvero con un intermediario, introduce nel territorio dello Stato o detiene o spende o mette altrimenti in circolazione monete contraffatte o alterate; 4) chiunque, al fine di metterle in circolazione, acquista o comunque riceve da chi le ha falsificate, ovvero da un intermediario, monete contraffatte o alterate. Libro Secondo -> Titolo VII -> Capo I -> Art. 454 - Alterazione di monete - Chiunque altera monete della qualita` indicata nell`articolo precedente, scemandone in qualsiasi modo il valore, ovvero, rispetto alle monete in tal modo alterate, commette alcuno dei fatti indicati nei numeri 3 e 4 del detto articolo, e` punito con la reclusione da uno a cinque anni e con la multa da euro 103 a euro 516. Libro Secondo -> Titolo VII -> Capo I -> Art. 455 - Spendita e introduzione nello Stato, senza concerto, di monete falsificate - Chiunque, fuori dei casi preveduti dai due articoli precedenti, introduce nel territorio dello Stato, acquista o detiene monete contraffatte o alterate, al fine di metterle in circolazione, ovvero le spende o le mette altrimenti in circolazione, soggiace alle pene stabilite nei detti articoli ridotte da un terzo alla meta`. Libro Secondo -> Titolo VII -> Capo I -> Art. 456 - Circostanze aggravanti - Le pene stabilite negli articoli 453 e 455 sono aumentate se dai fatti ivi preveduti deriva una diminuzione nel prezzo della valuta o dei titoli di Stato, o ne e` compromesso il credito nei mercati interni o esteri. Libro Secondo -> Titolo VII -> Capo I -> Art. 457 - Spendita di monete falsificate ricevute in buona fede - Chiunque spende, o mette altrimenti in circolazione monete contraffatte o alterate, da lui ricevute in buona fede, e` punito con la reclusione fino a sei mesi o con la multa fino a euro 1.032. Libro Secondo -> Titolo VII -> Capo I -> Art. 458 - Parificazione delle carte di pubblico credito alle monete - Agli effetti della legge penale, sono parificate alle monete le carte di pubblico credito. Per "carte di pubblico credito" si intendono, oltre quelle che hanno corso legale come moneta, le carte e cedole al portatore emesse dai Governi, e tutte le altre aventi corso legale emesse da istituti a cio` autorizzati. Libro Secondo -> Titolo VII -> Capo I -> Art. 459 - Falsificazione di valori di bollo, introduzione nello Stato, acquisto, detenzione o messa in circolazione di valori di bollo falsificati - Le disposizioni degli articoli 453, 455 e 457 si applicano anche alla contraffazione o alterazione di valori di bollo e alla introduzione nel territorio dello Stato, o all`acquisto, detenzione e messa in circolazione di valori di bollo contraffatti; ma le pene sono ridotte di un terzo. Agli effetti della legge penale si intendono per "valori di bollo" la carta bollata, le marche da bollo, i francobolli e gli altri valori equiparati a questi da leggi speciali. Libro Secondo -> Titolo VII -> Capo I -> Art. 460 - Contraffazione di carta filigranata in uso per la fabbricazione di carte di pubblico credito o di valori di bollo - Chiunque contraffa` la carta filigranata che si adopera per la fabbricazione delle carte di pubblico credito o di valori di bollo, ovvero acquista, detiene o aliena tale carta contraffatta, e` punito, se il fatto non costituisce un piu` grave reato, con la reclusione da due a sei anni e con la multa da euro 309 a euro 1.032. Libro Secondo -> Titolo VII -> Capo I -> Art. 461 - Fabbricazione o detenzione di filigrane o di strumenti destinati alla falsificazione di monete, di valori di bollo o di carta filigranata - Chiunque fabbrica, acquista, detiene o aliena filigrane o strumenti destinati esclusivamente alla contraffazione o alterazione di monete, di valori di bollo o di carta filigranata e` punito, se il fatto non costituisce un piu` grave reato, con la reclusione da uno a cinque anni e con la multa da euro 103 a euro 516. La stessa pena si applica se le condette previste dal primo comma hanno ad oggetto ologrammi o altri componenti della moneta destinati ad assicurarne la protezione contro la contraffazione o l`alterazione. Libro Secondo -> Titolo VII -> Capo I -> Art. 462 - Falsificazione di biglietti di pubblica impresa di trasporto - Chiunque contraffa` o altera biglietti di strade ferrate o di altre pubbliche imprese di trasporto, ovvero, non essendo concorso nella contraffazione o nell`alterazione, acquista o detiene al fine di metterli in circolazione, o mette in circolazione tali biglietti contraffatti o alterati, e` punito con la reclusione fino a un anno e con la multa daeuro 10 a euro 206.. Libro Secondo -> Titolo VII -> Capo I -> |
> | 08:39 02/02/2011 Usa: Fed supera la Cina, detiene titoli di Stato per 1100 mld $ Lo svela Financial Times. Pechino ne ha per circa 900 mld. Milano, 02 feb - La Federal Reserve e' il primo possessore di titoli di Stato statunitensi. Lo rivela il Financial Times sottolineando che l'ammontare detenuto dalla Fed di New York ammonta a 1.108 miliardi di dollari superando il primato della Cina che ne detiene per 896 miliardi e la quota nelle mani della Giappone che si attesta a 877 miliardi. "Entro giugno - spiega lo strategist Richard Gilhooly al quotidiano - la Fed avra' accumulato circa 1.600 miliardi di Treasury avvicinandosi alla somma dei titoli detenuti complessivamente da Cina e Giappone". Fon- 02-02-11 08:39:42 (0049)ASIA 3 |
> | Il rapporto di Bankitalia sul Credito di Romagna, schermo della banca sammarinese Ibs Quando, a maggio, si conclude la lunga ispezione della Banca d’Italia presso il Credito di Romagna (per la cui amministrazione straordinaria si veda il mio articolo di oggi, 30 luglio, sul Sole-24 Ore a pagina 2) manca solo la firma dei 4 ispettori alla lunghissima relazione fitta di dati, riflessioni e considerazioni. La firma del’incaricato degli accertamenti, Sandro Smussi, arriva il 18 maggio e a quel punto, il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, alle prese in quel momento con la più spinosa vicenda del viceministro Nicola Cosentino, poi dimessosi, non ha potuto far altro che decretarne l’amministrazione straordinaria e il commissariamento firmando il decreto il 20 luglio. L’analisi della Banca d’Italia è impietosa. A pagina 12 c’è la valutazione sulla banca: “In prevalenza sfavorevole”, si legge. Quasi il massimo, che è “sfavorevole”, nella scala di valori che gli ispettori adottano: 1 vuol dire favorevole, 2 in prevalenza favorevole, 3 parzialmente favorevole, 4 parzialmente sfavorevole, 5 appunto in prevalenza sfavorevole e 6 sfavorevole. Nel mirino non solo mancate segnalazioni in materia di riciclaggio ma anche un’abile ma sconsiderata mossa secondo Bankitalia: dietro il Credito di Romagna, in realtà, si cela in gran parte l’Istituto bancario sammarinese (Ibs) che così, eludendo la normativa italiana che vieta a una banca extracomunitaria di operare in Italia, finanziava e operava sul nostro territorio. Su questo e altri profili sta indagando la Procura di Forlì, che ha spedito avvisi di garanzia a 19 indagati tra cui il presidente (fino a un mese fa) del Credito, Manlio Maggioli (noto editore e presidente della Camera di commercio di Rimini), l’ad Giovanni Mercadini e rappresentanti del cda, ex consiglieri. |
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Con l’emanazione del decreto legge n. 138 del 13 agosto 2011 sono state apportate modifiche alle disposizioni sulla circolazione di strumenti di pagamento in forma libera, quali il contante, gli assegni trasferibili e i titoli al portatore, di cui all’articolo 49 del decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 231. In particolare, la soglia di 5.000 euro è stata abbassata a 2.500 euro. Pertanto, a partire dal 13 agosto 2011: • è consentito il trasferimento di contanti e titoli al portatore tra soggetti diversi solo quando il valore oggetto di trasferimento è inferiore a € 2.500,00. Non sono consentiti trasferimenti, di importi inferiori alla citata soglia, quando sono artificiosamente frazionati allo scopo di eludere la Legge; • è consentita l'emissione di assegni bancari e postali in forma libera per import inferiori a € 2.500,00. Si conferma che il rilascio di carnet di assegni in forma libera è consentito soltanto previa richiesta in forma scritta e pagamento dell'imposta di bollo di € 1,5 per singolo modulo di assegno; • il saldo dei libretti al portatore in circolazione deve essere inferiore a € 2.500,00. I libretti che eccedono tale somma dovranno essere ricondotti al limite stabilito entro il 30 settembre 2011. Le sanzioni amministrative applicate in caso di violazione delle disposizioni di legge partono da un minimo di € 3.000,00 a prescindere dalla tipologia di trasferimento in contanti o a mezzo assegni o titoli al portatore. A partire da questa soglia la sanzione applicata è compresa tra l'1% e il 40% dell'importo trasferito, con il limite percentuale inferiore (fatto salvo l'ammontare di € 3000,00) che varia a seconda della violazione e dell'importo (ad esempio per un libretto al portatore con saldo di € 50.000,00 la sanzione minima a carico del possessore è di € 10.000,00- pari al 20%). |
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Tassi dei mutui Cos'è lo SPREAD? Nella nostra lingua lo chiameremmo scarto o margine. Ma la diffusione generale del termine inglese non lascia più alcuno spazio al vocabolo italiano. Ovunque si parla di spread (pronunciato "sprèd") e il suo significato non è da poco! Si tratta del ricarico che ogni banca decide di aggiungere al tasso di base quale proprio ricavo. Il principio è classicamente commerciale. Il commerciante (la banca) compra il prodotto (il denaro) ad un prezzo (tasso di scambio interbancario) e lo rivende alla sua clientela ricaricato di un margine di guadagno (spread). Negli scambi tra banche il denaro ha una sua quotazione, che in Europa viene definita Euribor. Quello è il tasso, rilevato giornalmente, a cui la banca può comprare valuta, o anche venderla se ne dispone in eccesso. La collocazione del denaro mediante un finanziamento al cliente dovrà perciò avvenire ad un tasso un po' più alto. Ciò consentirà di compensare le spese di gestione della struttura creditizia e della pratica nonché i rischi dell'operazione, e guadagnarci sopra qualcosa. Questo incremento è chiamato appunto "spread". Un mutuo a tasso variabile verrà perciò rimborsato ad un tasso stabilito con il criterio: -------------------------------------------------------------------------------- Euribor + spread -------------------------------------------------------------------------------- dove l'Euribor costituisce la componente variabile del tasso, mentre lo spread quella fissa, che resterà invariata per tutta la durata del mutuo. NOTA: rari contratti prevedono la modifica dello spread al raggiungimento di specifiche scadenze o al verificarsi di determinate condizioni. Essendo solidamente garantiti dall'ipoteca i mutui sono gravati da modesti rischi di insoluto e consentono l'applicazione di spread molto bassi. La media si attesta intorno all'1,60%. Si parte da offerte eccezionali intorno allo 0,70% per arrivare a punte del 3%, richiesto da banche che finanziano situazioni un po' più a rischio. Come potrai immaginare la scelta di applicare uno spread più o meno alto dipende esclusivamente dalla volontà della banca. Così si osservano differenze anche rilevanti tra un'offerta e l'altra. Facendo leva sui grossi importi dei mutui e sulle loro lunghe durate, gli effetti possono rivelarsi esplosivi. ESEMPIO: si consideri una differenza di spread dell'1% applicata ad un mutuo ventennale di 100.000 Euro. Con un tasso del 4% si spenderanno 45.435 Euro di interessi. Aumentando il tasso dell'1% la spesa sarà di 58.390 Euro. Una differenza di ben 13.000 Euro, ovvero il 28% in più!! Anche per i mutui a tasso fisso si parla di spread. In quel caso costituisce la quota aggiuntiva applicata al parametro di riferimento IRS, in base al risultato dell'addizione: -------------------------------------------------------------------------------- IRS (di durata pari a quella del mutuo) + spread -------------------------------------------------------------------------------- Qui però lo spread servirà per calcolare il tasso una sola volta, il giorno della sottoscrizione del contratto di mutuo, perché in seguito il saggio di interesse non potrà più subire alcun aggiornamento. |
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E che cos’è lo spread? Guida per capire uno degli indicatori economici della crisi finanziaria più citato in questi giorni 11 luglio 2011 13 Nei titoli di giornale più allarmati per la speculazione finanziaria che in questi giorni starebbe colpendo l’Italia, compare spesso un minaccioso “spread” i cui valori sono ai massimi storici dall’introduzione dell’euro. Il termine sta avendo la tipica promozione a uso comune che investe spesso nelle emergenze parole nuove o rare e di cui i media altrettanto spesso trascurano di spiegare chiaramente il significato. Spread significa “ampiezza”, “apertura” (ma anche “allargamento”, “forbice” in senso figurato) e viene usato oggi per definire la differenza tra il rendimento dei titoli di stato italiani e quelli tedeschi, benché possa applicarsi a diverse coppie di enti paragonabili. Gli stati mettono sul mercato, con aste periodiche, un certo numero di titoli obbligazionari per avere liquidità dai mercati finanziari e potere così finanziare il debito pubblico. Nel caso italiano, si tratta dei BTP (Buoni del Tesoro Poliennali) che, due volte al mese, vengono messi all’asta dalla Banca d’Italia. Hanno scadenza a 3, 5, 10, 15 e 30 anni. Semplificando un po’, lo stato italiano promette all’investitore che, se investirà sul suo debito pubblico (se gli presterà dei soldi), riavrà interamente il suo capitale alla fine del periodo stabilito e in più, prima della scadenza, gli verranno corrisposte periodicamente alcune “cedole” di rendimento. Su questo rendimento si misura lo spread, solitamente in punti base (basis point). Un punto base è un decimo di millesimo di un valore. Oggi lo spread tra i BTP decennali e i Bund tedeschi (le obbligazioni dello stato tedesco, particolarmente “solide” e per questo utilizzate come riferimento per le altre nazioni europee) è arrivato intorno ai 285 punti base. Questa differenza è decisa dal mercato: chi vuole investire nelle obbligazioni italiane pensa di correre più rischi rispetto a un investimento in titoli tedeschi, per il peggior stato delle finanze italiane, e quindi vuole un rendimento più alto: oggi i BTP hanno raggiunto, sul mercato, un rendimento a dieci anni del 5,54 per cento circa, mentre i titoli tedeschi sono intorno al 2,71 per cento. Questi dati si riferiscono ai titoli già venduti in passato dalla Banca d’Italia e che ora vengono contrattati sul mercato dagli investitori, determinandone le fluttuazioni del rendimento. |
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Spread Btp Bund che cos'è: spiegazione per i comuni mortali Continua a salire lo spread Btp-Bund che sta toccando livelli record, oltre i 570 punti: ed è panico a Piazza Affari. Cerchiamo, però, di fare un po' di chiarezza, partendo dal significato di "spread Btp-Bund" che altro non è che la differenza (lo spread in inglese) tra i rendimenti dei Bund (titoli tedeschi) e dei Btp (titoli di stato italiani). Come si calcola? Si prende un Btp a 10 anni e si calcola il rendimento a scadenza. Poi si prende un Bund a 10 anni e si calcola il rendimento a scadenza. Calcolando la differenza tra questi due rendimenti si ottiene lo spread. Come va interpretato? Occorre partire dal presupposto - spiega il private trader Gabriele Belelli - che il rendimento di un titolo di stato rappresenta anche il suo livello di rischio: più è alto il rendimento, maggiore sarà il rischio che l'emittente non paghi le cedole e non rimborsi il capitale alla scadenza. A parti invertite, minore è il rendimento e minore sarà il rischio dell'obbligazione. In quest'ottica, se lo spread tra Btp e Bund aumenta, significa che il rendimento del nostro Btp sta aumentando nei confronti del rendimento offerto da un'obbligazione ritenuta sicura come il Bund. Se il rendimento del Btp aumenta, significa che il mercato percepisce il nostro titolo di stato come meno sicuro rispetto all'equivalente tedesco. Se lo spread aumenta, significa che il mercato giudica in aumento il rischio default per l'Italia, ossia giudica l'Italia sempre meno affidabile. In pratica - prosegue Belelli - quando lo spread tra Btp e Bund aumenta significa che i nostri titoli di stato perdono prezzo e quindi rendono di più poiché sono percepiti come sempre più rischiosi. Il governo nazionale, per fare acquistare i titoli di stato, dovrà offrire cedole più elevate agli acquirenti, facendo così accrescere il deficit statale. Quali sono i rischi dell'impennata odierna dello spread? Attualmente, è chiaro come il mercato stia valutando il rischio default per l'Italia, ossia giudichi l'Italia sempre meno affidabile. |
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