> | fonte: https://www.repubblica.it/politica/2020 ... P4-S1.8-F8 Il quotidiano spagnolo ABC: "Il governo venezuelano di Chavez finanziò il M5S con 3 milioni e mezzo di euro nel 2010" Secondo il giornale conservatore, che pubblica in prima pagina anche lo stralcio del documento riservato dei servizi venezuelani, il danaro venne consegnato in contanti a Gianroberto Casaleggio attraverso il console venezuelano a Milano 15 giugno 2020 Il quotidiano spagnolo ABC pubblica in prima pagina uno scoop che riguarda il M5S. Secondo il giornale conservatore il governo venezuelano di Hugo Chavez avrebbe finanziato il Movimento di Grillo nell'estate del 2010 con un finanziamento in nero da tre milioni e mezzo di euro. Il danaro sarebbe stato consegnato in contanti in una valigetta a Gianroberto Casaleggio attraverso l'intermediazione del console venezuelano a Milano, Gian Carlo di Martino. A suffragio della rivelazione, ABC pubblica in prima pagina anche lo stralcio di un documento riservato dei servizi venezuelani a cui il quotidiano avrebbe avuto accesso. E rilancia la copertina in un tweet: Il M5S, lo ricordiamo, nacque nel 2009, anno in cui si presentò per la prima volta alle elezioni amministrative. Il Movimento non ha mai nascosto la sua posizione di vicinanza al regime di Nicolas Maduro, che all'epoca dei fatti era ministro degli Esteri di Chavez, schierandosi apertamente contro Juan Guaidó, presidente ad interim del Venezuela. Nel documento scoperto da ABC lo scopo delle sovvenzioni di Chavez era quello di appoggiare un nuovo "movimento anticapitalista e di sinistra nella Repubblica italiana". |
> | fonte: https://www.corriere.it/politica/20_giu ... 48cc.shtml LA RICOSTRUZIONE L’accusa dalla Spagna: «Nel 2010 Maduro versò 3,5 milioni al M5S» Il quotidiano Abc: nel 2010 una valigia con contanti fu inviata al consolato venezuelano a Milano. La ricostruzione con il documento segreto di Claudio Bozza L'accusa dalla Spagna: «Nel 2010 Maduro versò 3,5 milioni al M5S» L’articolo del quotidiano spagnolo Abc, con i documenti «secretati» Nicolás Maduro avrebbe dato «la sua autorizzazione nel 2010 a inviare una valigia contenente 3,5 milioni di euro al consolato venezuelano a Milano per finanziare in nero il nascituro Movimento 5 stelle, partito nato nell’ottobre 2009». L’accusa, accompagnata dalla pubblicazione di un documento classificato come «segreto» dalla direzione generale dell’intelligence militare del Venezuela, arriva dal quotidiano spagnolo Abc. All’epoca, l’attuale presidente della Repubblica venezuelana era ministro degli Esteri. Il console della delegazione diplomatica venezuelana a Milano, Gian Carlo Di Martino, sostiene il giornale spagnolo Abc, orientato verso la destra popolare, avrebbe fatto «da intermediario prima che il destinatario finale, Gianroberto Casaleggio (ideologo e fondatore del Movimento scomparso nel 2016, ndr), ricevesse il denaro in contanti». Il documento segretoIl documento segreto Il documento riservato pubblicato da Abc indica Casaleggio come «promotore di un movimento rivoluzionario e anticapitalista di sinistra nella Repubblica italiana». E poi, continua ancora la ricostruzione del foglio spagnolo: «I 3,5 milioni di euro sono stati inviati “in modo sicuro e segretamente attraverso la borsa segreta”, come si legge letteralmente nel fascicolo dell’intelligence militare che Hugo Carvajal (allora capo dell’Intelligence militare), fuggitivo della giustizia dallo scorso novembre, dopo che era stata approvata la sua estradizione negli Stati Uniti». La giustizia americana lo sta indagando per crimini legati al traffico di droga e fornendo armi ai guerriglieri delle Farc colombiane. La somma per finanziare l’M5s, aggiunge ancora Abc, proverrebbe «dai fondi riservati gestiti dall’allora ministro degli Interni e oggi vicepresidente dell’Economia, Tareck el Aissami, come si evince dal testo dell’invio pubblicato da Abc. El Aissami era ed è una delle persone nella cerchia di fiducia di Maduro». Dietro l’episodio nella »borsa segreta» c’era una storia. «La nota dell’intelligence militare — racconta ancora Abc — arrivò ai loro archivi perché la situazione verificatasi al Consolato di Milano aveva causato un incidente interno. Un funzionario dell’ufficio addetto militare aveva trovato la valigia con i 3,5 milioni di dollari e l’aveva portata all’attenzione di Hugo Carvajal. Quest’ultimo ha indagato sull’origine e sul motivo della spedizione, ritenendola “a posteriori” valida. Non sorprende che El Aissami e Maduro lo avessero autorizzato. La spedizione si conclude come segue: “Sono state impartite istruzioni verbali al nostro funzionario in Italia per non continuare a riferire sulla questione, che potrebbe diventare un problema diplomatico” [tra Italia e Venezuela]». Il giornale spagnolo sottolinea poi di aver chiesto una replica su questa vicenda sia al governo venezuelano, sia al M5S senza però ricevere risposta. 15 giugno 2020 (modifica il 15 giugno 2020 | 09:16) © RIPRODUZIONE RISERVATA |
> | Il quotidiano spagnolo ABC: "Il governo di Chavez finanziò il M5S con 3,5 milioni nel 2010". Fonti di Caracas: "Il documento è un falso"Il quotidiano spagnolo ABC: "Il governo di Chavez finanziò il M5S con 3,5 milioni nel 2010". Fonti di Caracas: "Il documento è un falso" Secondo il giornale conservatore, che pubblica in prima pagina anche lo stralcio del documento riservato dei servizi venezuelani, il denaro venne consegnato in contanti a Gianroberto Casaleggio attraverso il console venezuelano a Milano. Fonti diplomatiche venezuelane contattate da Repubblica smentiscono. Casaleggio: "Querelo" |
> | Castelli usa i trucchi della vecchia politica per tenersi la diaria La sottosegretaria M5s va in Aula ma non vota: perciò risulta “in missione” e incassa. Così fan tutti, pure i grillini di Valerio Valentini 20 Settembre 2018 alle 06:00 ![]() Roma. La stranezza, lì per lì, nessuno l’ha notata. Laura Castelli era assente, eppure c’era. Ubiqua, si direbbe, la signora sottosegretario all’Economia del M5s: ma più che per zelo, per affezione alla diaria. Montecitorio, martedì scorso, da poco passate le 16 e 30: “Comunico che i deputati Castelli, Giaccone, Guerini e Lupi sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana”, annuncia la presidente di turno Mara Carfagna. Insomma nel pomeriggio la deputata Castelli non ci sarà. E invece passa poco più di un’ora, ed eccola là, la contabile grillina. Eccola tra i banchi dell’esecutivo ad annunciare il parere del governo sull’assestamento del bilancio in votazione. E poi di nuovo, quando sono le 18, è lei a prendere la parola sul “dopo di noi”. Dettaglio: sta sempre ben attenta a non votare. Alt: ma non era in missione? Il regolamento della Camera è chiaro: per garantirsi la diaria di 3.503 euro al mese, bisogna essere sempre presenti in Aula. Per ogni giorno d’assenza, 206 euro di taglio. A meno che non ci si faccia “mettere in missione” per motivi istituzionali. Solo che poi, talvolta, capita comunque di dovere, o di volere, partecipare alla seduta. E’ il caso della Castelli. Poco male: se si vota in Aula, si decade dalla missione ma si risulta automaticamente presenti. Diaria salva, nessuna decurtazione. Ammesso, però, che si partecipi almeno al 30 per cento delle votazioni di giornata: altrimenti si risulta comunque assenti e si perdono i 206 euro. Allora ecco la trovata: farsi mettere in missione, poi fare comunque una capatina in Aula, ma non votare per niente, così da figurare, appunto, assente ma in missione. E così, infatti, fa la Castelli: evita di prendere parte anche a quelle poche votazioni che ci sono mentre lei è in Aula. Esprime il parere del governo, dibatte, ma poi non schiaccia alcun pulsante. Così la diaria rimane integra. Vecchi trucchi. Di quelli additati come scandalosi. “I furbetti della missione”, dicevano. “I parassiti della diaria”, precisavano. Ma erano i tempi lontani del M5s all’opposizione. https://www.ilfoglio.it/politica/2018/0 ... ps-214620/ |
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