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Grillo versus Psiconano Carbone Ultimamente molti si chiedono se Beppe Grillo rappresenta davvero la svolta che l’Italia attendeva da tempo. Io ho accumulato una certa esperienza sull’argomento, avendo militato nei Meetup organizzati dal comico genovese per qualche tempo, a partire dal 2005. Senonché, già dal 2008, erano per me evidenti i segni di una deriva dei Meetup, che poi si è concretizzata con la presentazione del movimento 5 stelle. Possiamo riassumere questa deriva in questo modo: - I partecipanti apparivano sempre meno autonomi, sempre meno in grado di organizzarsi da soli. Per meglio dire, molte persone valide sono rimaste nel gruppo per un certo periodo, poi si sono dirette altrove, stanche dei continui litigi sull’impostazione dei lavori, delle inutili diatribe su argomenti secondari, delle macchinazioni per screditare l’organizer di turno, e delle mille beghe sotterranee. Da non sottovalutare il fatto che alcune tematiche, ad esempio quelle relative allo strapotere bancario, venivano sistematicamente ignorate, a tutti i livelli. - Contemporaneamente, i meetuppini di questa seconda fase erano più propensi ad aspettare un segno, un’indicazione da parte dello staff di Grillo, prima di muovere un solo passo. Pur essendo più compìti e (forse) meno litigiosi dei loro predecessori, spesso non sembravano in grado di procedere da soli, oppure avevano capito che non conveniva. Era ormai chiaro che il movimento non si sarebbe sgianciato da Grillo & Co., anzi, il legame si stringeva sempre più. - Le decisioni dello staff di Grillo non erano per niente condivise con il movimento. Le scelte venivano effettuate non si sa bene da chi: da lui in persona, oppure insieme al suo staff? Non era infatti ancora ben chiaro, nonostante fossero passati degli anni, il ruolo della Casaleggio Associati: erano i creatori di un “format” che andava “in onda” nei blog e nelle piazze, oppure semplicemente sgrossavano il lavoro per Beppe? - in particolare non era chiara la genesi del cosiddetto “Movimento 5 stelle”: quali stelle? Perché 5? Dove hanno pescato questo nome? Ora sono passati degli anni, la vecchia politica è moribonda, eppure a mio parere l’incredibile situazione che ha portato all’affermazione di Berlusconi potrebbe ripetersi, forse con caratteristiche e conseguenze addirittura peggiori rispetto al passato. La faccenda è ancora più interessante per via della recente mossa a sorpresa di B. stesso, che ha deciso (spiazzando i suoi per primi) di ritornare alla carica, fregandosene di segretari di partito, primarie e “colonnelli”. E’ comunque evidente che il “fenomeno Grillo” presenta, o meglio presentava, delle differenze sostanziali rispetto al berlusconismo, ma sono poi così tante? Vediamole punto per punto (1). OBIETTIVI - All’inizio lo scopo del berlusconismo era quello di soppiantare una politica vecchia, impostata su partiti tradizionali, distanti dal cittadino, incomprensibili nelle affermazioni dei propri leader, divorati da lotte interne e dediti al culto della mazzetta e dell’abuso d’ufficio. Berlusconi finalmente non parlava il politichese, si faceva capire (o almeno così sembrava), faceva sentire la gente partecipe della politica. - La somiglianza con quanto spinse Beppe ad iniziare la sua attività politica è quantomeno sorprendente…. Ancora oggi, se si fa un salto sul suo blog, molti argomenti a supporto dei gruppi 5 stelle sono esattamente gli stessi utilizzati da Berlusconi 20 anni fa. Ad ogni modo, gli obiettivi principali di G. e del Movimento 5 Stelle sono contenuti nella denominazione di quest’ultimo: ambiente, acqua pubblica, trasporti, sviluppo, connettività. GESTIONE DELL’IMMAGINE - Tutto quanto, nella gestione dell’immagine del partito Forza Italia e delle sue coalizioni, era impostato in modo da scimmiottare il tifo calcistico, facendo leva su sentimenti innati e luoghi comuni, cercando, più che il consenso studiato, quello “di pancia”. Rientravano in questo schema esibizioni di opulenza e discorsi che sembravano preludere ad una diffusione su larga scala di ricchezza e benessere. B. si presentava sostanzialmente come un amico, come colui che avrebbe condotto i “moderati” ad uno stile di vita migliore, non importa se a danno dei “comunisti” ed, in generale, degli “estremisti”, ovvero coloro che manifestavano continuamente nelle piazze. Per poter fare questo aveva bisogno che lo si “lasciasse lavorare”, senza opposizioni e constrasti di alcun tipo. - Su questo punto siamo distanti, Grillo si rifà ad altro. Ma questo “altro” non è detto che sia migliore: quello che preoccupa per davvero è il grido “Italiani!!!”, in pieno stile fascista, sfoggiato spesso da Beppe nei suoi spettacoli. L’ultima chicca, però, è il gergo staliniano: “abbiamo preso Stalingrado, ci vediamo a Berlino”. Come dire: di male in peggio. Eppure piace così, come B. del resto. Tutto, in Beppe, richiama l’idea di un condottiero che, senza macchia e senza paura, denuncia i mali di un sistema corrotto, tracciando al contempo una strada difficile, ma di sicura efficacia (secondo lui), per uscire dal pantano in cui ci siamo cacciati. CONTRADDIZIONI - Il cardine di tutta la propaganda di B. era il conflitto di interessi, ovvero: se uno è già ricco non ha bisogno di cercare di incamerare denaro e favori; inoltre, un imprenditore può fare in modo che lo stato sia vicino alle imprese, che sono il vero motore dell’economia e della ricchezza. In pratica, invece di controbattere alle obiezioni più ovvie, B. ha indotto preventivamente i seguaci a credere che i suoi difetti fossero un valore aggiunto, per cui erano già vaccinati a qualunque critica potesse giungere al loro orecchio, mentre tutte le altre accuse (dominio dei media, corruzione di magistrati, induzione alla prostituzione, collaboratori in odore di mafia ecc. ecc. ecc.) le ha sempre respinte al mittente. Altra fondamentale contraddizione di B. riguarda il “mi sono fatto da solo”: come appurato in vari processi, la sua rapida ascesa è da imputare a molti fattori, fra cui poteri forti che hanno puntato su di lui come rappresentante e referente. In base a questo ha goduto di una sorta di immunità, che gli ha consentito di barcamenarsi fra decine di processi senza essere condannato in nessuna occasione. Incredibile (e scandalosa) anche la protezione di cui ha goduto in ambito ecclesiastico. La più grande contraddizione, però, penso sia stata l’amicizia con Putin: un ex pezzo da 90 dell’Unione Sovietica e quindi, si suppone, comunista. - Il perno della propaganda di Grillo è “cacciare chi occupa abusivamente le poltrone del comando”, in quanto i partiti ormai “rappresentano soltanto se stessi”: niente da obiettare. Grillo non sfoggia ricchezza, anzi, è promotore di una vita equilibrata e parca, attenta anche al più piccolo spreco, possibilmente senza uso di automobili ed altri mezzi inquinanti. Peccato che, mentre negli anni ’90 girava in pulmino ad idrogeno, ora preferisce BMW di grosso calibro (molto grosso). Ultimamente si parla anche di uno yacht. Quindi predica bene e razzola male, mentre B. predica male e razzola peggio. Però G. non cerca di mascherare le sue pecche (es.: essere stato condannato penalmente), ma le accetta e si adegua, e non appare legato in alcun modo a gruppi dediti al malaffare. Però certamente indottrina i suoi, anche se con toni più scanzonati. SCORRETTEZZE E GAFFE - Una tecnica di B. molto utilizzata era riassumibile nel detto: “colpisci per primo, colpirai due volte”. Accusando gli avversari delle stesse azioni che aveva compiuto o stava compiendo, disorientava molti e poneva le basi per buttare “in caciara” qualunque tema, anche il più grave e serio immaginabile. Comunque la causa di ogni male era da individuarsi nel governo precedente (anche se occorreva risalire a diversi anni prima per trovarne uno in cui non fosse premier egli stesso) e, in seconda battuta, nell’opposizione. Ma il suo cavallo di battaglia rimangono i “comunisti”, rei di qualunque errore o degrado perpetrato da chicchessia a livello nazionale: si dà il caso che, in Italia, di comunisti veri ce ne siano stati pochi, e men che mai i partiti italiani di sinistra degli ultimi vent’anni possono essere definiti “comunisti”. E’ evidente che i comunisti di cui parla sono soltanto uno spauracchio per le vecchiette e i grulli, anche in considerazione del fatto che gli interessi di maggioranza ed opposizione molto spesso si sono sovrapposti quasi perfettamente. Se invece si vanno a cercare i veri responsabili dei guasti dell’Italia, spesso si risale a lui stesso, oppure a gente collegata in qualche modo a lui, anche quando non governava direttamente. Oltre a questo, sono leggendarie le sue gaffe, come il fare le corna in una riunione internazionale, le battute idiote e/o scurrili rivolte ad esponenti politici stranieri ecc. ecc.. - Su questo fronte Grillo si muove con addirittura più irruenza, attaccando tutto e tutti, anche i potenziali amici, commettendo anch’egli gaffe clamorose, e scompigliando continuamente le fila dei seguaci. Certamente nessuno pensa che Grillo se la caverebbe meglio di B. in un consesso internazionale. Anche lui trova sempre qualcuno a cui dare la colpa di ogni male, facendo finta di non sapere che il primo male dell’Italia sono gli italiani stessi. Nel fare questo, quantomeno, traspare un grosso lavoro di analisi della situazione economica e politica, che poi viene riversato, in chiave comica, negli spettacoli. FACCIA A FACCIA - B. ha sempre evitato, quando poteva, scontri faccia a faccia con gli avversari. La sua situazione preferita è la claque, una folla festante che lo applaude e lo osanna, mentre evita come la peste le situazioni di possibile imbarazzo, e dribbla con grande abilità cronisti non amici. - Su questo punto sintonia piena: G. evita di avere avversari anche se deve dire due battute, figuriamoci se accetterebbe un confronto faccia a faccia su temi politici…. Però ha partecipato, in passato, a dibattiti interessanti, ad esempio quello con Pallante ed il defunto Di Carlo, alla Regione Lazio. Occorre dire che i suoi interventi sono sempre stati impostati più sul monologo che sul dialogo. Per quanto riguarda le folle, anche Grillo calibra attentamente le sue apparizioni in pubblico, per evitare passi falsi. RAPPORTI CON GLI ALTRI - Berlusconi ha impostato il rapporto con i suoi colleghi di partito, nonché con tutti gli altri, secondo regole ben precise: * se mi sei utile ma non mi segui cerco di comprarti; * se mi sei utile e mi segui ti aiuto, economicamente e non; * nel mio entourage non sono ammesse discussioni; * se non mi sei utile ma non mi puoi arrecare danno ti ignoro; * se mi puoi danneggiare tratto con te; * se mi danneggi tout court ti distruggo (mediaticamente e non); * chi (nel mio entourage) sbaglia, paga. * se sei più potente di me (e puoi essermi utile) sono disposto a qualunque cosa pur di entrare nelle tue grazie. - Grillo non cerca di comprare nessuno, né deve andare a piangere da questo o da quello. Però chiede ai suoi una fedeltà a prova di bomba, pena l’espulsione immediata dal suo movimento. Inoltre, questi si devono sobbarcare le spese dell’attività politica e di tutto il resto, rinunciando a qualsiasi rimborso statale, e non ricevendo nulla neanche dall’entourage di Beppe. Lo stesso Meetup è a pagamento (paga soltanto l’organizer una modesta quota mensile), quando si sarebbe potuta trovare una piattaforma internet gratuita, senza grossi problemi. L’attività politica degli eletti di M5S sembra una corsa ad ostacoli, anche e soprattutto a causa dei vari veti posti dall’entourage di Grillo al loro operato. (2) E, comunque, rimane la sensazione di essere dei politici “di allevamento”: “Temo che quella di Casaleggio sia una volontà di portare avanti un esperimento, solo che noi siamo le cavie…” (3). USO DEI MEDIA - La macchina mediatica è sempre stata saldamente nelle mani di B.. I suoi giornali, telegiornali e programmi tv hanno sempre fatto il suo gioco, pur permettendosi di metterlo bonariamente in discussione (es.: striscia la notizia). - la macchina internet di G. (il suo blog) è analogamente ben salda nelle sue mani: le influenze del Meetup sugli articoli del blog sono praticamente nulle. Di fatto è G. che usa il blog per istruire i suoi, mentre questi possono disporre soltanto del Meetup, e certamente non possono dire quello che gli pare. Esemplare il caso Sandro Pascucci, che arrivò ad urlare durante uno spettacolo “Le banche ti hanno chiuso la bocca?” e venne espulso dai Meetup centinaia di volte, mentre cercava di far passare in qualche modo il problema del signoraggio bancario. G. lo ha sempre ignorato: alla fine chi aveva ragione? Qualunque tentativo fatto in passato per cercare di smarcarsi dalla piattaforma Meetup è fallito (4). Spesso non ci sono altri strumenti per comunicare con la gente e, di fatto, il grosso della propaganda si svolge soltanto sul blog, con le modalità decise dall’entourage di G. Ma l’aspetto che ha dell’incredibile è la curiosa “protezione” di cui G. dispone a livello mediatico: apparentemente sono tutti contro di lui, cercano di eclissarlo in ogni modo, eppure il suo messaggio passa meglio di qualunque altro (5). RIDIMENSIONAMENTO DEGLI AVVERSARI - Berlusconi si è sempre servito del discredito per ridicolizzare i sui avversari, imbastendo degli show tutt’altro che improvvisati non appena se ne presentava l’occasione. Ha utilizzato spesso lo squallido trucco di “colorare” di politica chiunque avesse qualcosa da obiettare sul suo operato, come se fosse l’unico motivo per avercela con lui, mascherando in questo modo la galassia di conflitti di interessi che lo affliggeva e lo affligge tutt’ora. Questo atteggiamento viene amplificato dalle innumerevoli testate giornalistiche e programmi televisivi a lui legati, che ribadiscono all’infinito i suoi asserti. Ultimamente, specie dal caso Boffo in poi, il discredito ha assunto le dimensioni di una “macchina del fango”, utilizzata per annientare chiunque ha provato ad offuscare la sua immagine (comunque già messa a repentaglio da una miriade di scandali…). - In questo caso le armi spuntate di B. non servono a Grillo, che tuttavia organizza degli show (a pagamento) in cui cerca di ridicolizzare gli “avversari”, ovvero chiunque all’infuori di sé e del suo gruppo di sostenitori. In realtà gli avversari sono di per sé talmente ridicoli che non è richiesto un gran lavoro: è sufficiente metterne in risalto le molte incongruenze. Anche Grillo ha un suo network di riferimento che ne amplifica le idee, ma è molto più discreto, quasi “invisibile”. Inoltre la sua azione non è definibile “macchina del fango”, in quanto utilizza sempre dati verificabili, utilizzati addirittura dalla Guardia di Finanza, in qualche caso (Parmalat), e comunque non si muove mai per un suo spudorato interesse personale, almeno apparentemente. I suoi obiettivi dichiarati, ad esempio Tronchetti Provera od Antonio Fazio, sono sempre personaggi dall’agire poco etico, se non criminoso, su cui Grillo si accanisce in quanto rappresentativi del marcio che impesta l’Italia. Difficile dargli torto, anche se qualcuno lo ha accusato di aver tentato, in questo modo, di controllare l’assemblea degli azionisti di Telecom Italia. LEGALITA’ E MORALITA’ - Si è scoperto in questi ultimi anni che il berlusconismo nascondeva, dietro il velo della politica, una gran quantità di attività di discutibile legalità, quasi sempre difficili da indagare, per non parlare delle pressioni da parte di personaggi equivoci, le frequentazioni poco ortodosse, le pressioni su giudici, avvocati e testimoni per cercare di influenzare il corso della giustizia, e via dicendo. Sorvoliamo su bunga-bunga ecc. . - Le attività di Grillo sono molto più visibili e trasparenti. Resta l’enigma della Casaleggio Associati, di cui non si sa moltissimo: è finanziata da altri? Per quale scopo? Controlla Grillo, come molti dicono? Dal punto di vista familiare Grillo è inattaccabile: del resto è sposato con una donna islamica, il suocero è un religioso di una certa importanza in Iran, per cui non può permettersi errori. RIVOLTA FISCALE - Un altro punto fondamentale della propaganda politica di B. è sempre stato la rivolta fiscale, l’elogio del furbo che riesce ad eludere le tasse, la condanna dello stato sanguisuga che succhia il sangue ai poveri contribuenti, dimenticando che lo stato era impersonato, in gran parte, da lui stesso. Ultimamente, da quando è stato soppiantato da Mario Monti, ne ha appoggiato l’azione “risanatrice”. - Grillo non loda certamente lo stato per le tasse, ma non inneggia al sovvertimento di certe regole sacrosante. Ultimamente, però, ha addirittura paragonato lo stato alla mafia, proprio per le tasse giunte a livelli insopportabili, come se fossero un pizzo; occorre dire che ormai sono moltissimi quelli che vedono lo stato italiano piegato alle pretese (probabilmente assurde e pretestuose) dell’Europa, e Monti complice. COESIONE O APPIATTIMENTO? - In Forza Italia il partito era appiattito sulle posizioni dell’eterno “presidente”. Non erano ammesse repliche o idee personali. Nel Popolo delle Libertà la situazione sembra un capello meno critica, ma in compenso le diverse anime del partito lo hanno corroso dall’interno come acido solforico. - Il movimento 5 stelle è forzatamente coeso sulle posizioni di Grillo, pena l’espulsione dai gruppi, ma perlomeno i temi in testa a tutto (ambiente, acqua pubblica, trasporti, sviluppo, connettività) sono certamente più qualificanti rispetto alla sterile propaganda berlusconiana. A livello locale viene data libertà di azione, almeno apparentemente. SVILUPPO - B. è un fan sfegatato dello sviluppo, ma soltanto di quello che gli porta soldi, ovvero grandi opere, immobiliarismo selvaggio ecc.. Lo sviluppo dell’artigianato, delle microattività che rendono la società resistente alle crisi più dure, del consumo a km zero, non gli interessano. - G. no, inneggia alla decrescita ed alla riduzione dei consumi. Apparentemente stride la parola “sviluppo” fra le 5 stelle, ma si può interpretare come uno sviluppo diverso, quello delle aziende a livello locale, che attuano la “filiera corta”. Certamente dovrebbe chiarire meglio: che tipo di sviluppo ha in mente? Perché ultimamente se ne vede veramente poco, in giro. LIBERTA’ E DEMOCRAZIA - B. si è sempre riempito la bocca di parole come “libertà”, in una declinazione tutta sua però: libertà di traffici di ogni tipo, più o meno leciti, libertà di fare intrallazzi con chiunque, di parlare al telefono con chi gli pare, di candidare pregiudicati ecc. ecc.. La democrazia, invece, è da lui intesa come un modo per dare un sostegno alle sue iniziative: dapprima ci bombarda mediaticamente con messaggi “ad hoc”, poi passa a riscuotere consensi con sondaggi (pilotati, oltretutto). - Non mi pare che G. nomini molto spesso la parola libertà. Sarà che l’abuso crea disuso, ma fra i 5 cardini del movimento 5 stelle non c’è neanche “democrazia”. Una dimenticanza? SIMBOLISMI - Il messaggio più invisibile del berlusconismo è, come sempre, quello più in evidenza, ovvero quello sbattuto in faccia ogni minuto: la presenza di serpenti in quasi qualunque simbolo riconducibile al magnate di Arcore. A parte Rete 4 ed Italia 1, di origine diversa come sapete, Canale 5 è la rete del “biscione”, nella casa di Arcore campeggia il simbolo degli Sforza, ovvero un serpente che mangia un uomo (simbolo anche dell’Alfa Romeo). Medusa Distribuzione ha come icona la Medusa, essere mitologico con testa di donna e capelli-serpenti, e via così. Considerando il suo disinvolto rapporto con la verità, il fatto che abbia scelto come simbolo un serpente che mangia un uomo non deve sembrare strano. Ricordate Adamo ed Eva? Vogliamo ricordare che il demonio ingannatore viene da sempre rappresentato con un serpente? Questa ostentazione dell’aspetto diabolico dell’inganno non può essere un caso. Viene da supporre che dietro ci sia dell’altro, e difatti in questi ultimi anni si è mossa addirittura la massoneria ufficiale, per prendere le distanze da lui e per denunciare un uso spregiudicato di tecniche di controllo definite “magiche”, tecniche di cui B. avrebbe abusato per accrescere il suo potere personale e le sue ricchezze. - Grillo non è così sfrontato, però il suo movimento si chiama 5 stelle, che immagino si riferisca alle stelle di un albergo, quindi ad una situazione di eccellenza. Ma perché questa analogia così deprimente? Gli stemmi che riportano stelle a 5 punte sono innumerevoli: si parte dal pentacolo (simbolo demoniaco), dalle bandiere dei paesi comunisti e dalle Brigate Rosse (una stella), si passa per il simbolo del circuito televisivo Cinquestelle (emittenti cattoliche), si prosegue per lo stemma dell’Europa (dodici stelle), per finire con la bandiera americana che, dal 1959, ne conta 50. E guarda caso, il 5 è anche il numero preferito dal magnate di Arcore. Forse dietro a questa simbologia c’è un preciso disegno? SETTE SEGRETE - Tutti sanno che B. faceva parte della Loggia P2, ora disciolta. Tuttavia, se continuamente si torna a parlare di P3, P4 ecc. vuol dire che, di fatto, la P2 continua a lavorare sotto altre forme meno ufficiali. Quindi è molto probabile che esista un legame fra B., i componenti del suo partito, i molti faccendieri (es.: Lavitola) ed esponenti del mondo impreditoriale, legame che sembra avere le caratteristiche di un’affiliazione . - Secondo Leo Zagami (6) la Casaleggio Associati sarebbe una filiazione diretta della Gran Loggia degli Illuminati di Giuliano Di Bernardo, e nella Casaleggio figurerebbero come soci anche personaggi legati alla massoneria cinese. La prima affermazione viene confermata da Paolo Franceschetti, nel suo blog (6). ATTORI O POLITICI? - B. spesso sembra spesso un attore di una scena che è costretto a calcare. Costretto forse dai processi, forse dalla necessità di promuovere le sue ditte di famiglia, forse un insieme di tutto questo, chissà. E’ fastidiosa soprattutto quella ricerca spasmodica del consenso a tutti i costi, dell’acclamazione plebiscitaria, da inseguire con ogni mezzo. - Grillo, nonostante sembri animato da un reale trasporto per i temi che gli stanno a cuore, se incontrato fuori dal palcoscenico non sembra neanche parente del mattatore che abbiamo in mente. La voce flebile, una stanchezza malcelata nello sguardo. Del resto, secondo il regista Dino Risi, G. è più attore ora di quando girava i film, per cui non sono il solo ad aver ricevuto questa sensazione negativa. EFFICACIA DELL’AZIONE POLITICA - B. ha impostato la sua azione politica e, di riflesso, quella delle sue coalizioni, in funzione dei propri interessi economici e legali, con ampi spazi dedicati alla tessitura di proficue frequentazioni internazionali, volte ad inserirlo nei salotti “buoni” (si fa per dire…) di mezzo mondo. Poi, in seconda istanza, venivano gli interessi di tutti gli altri. Il 99% del tempo e delle risorse delle coalizioni organizzate da B. era speso a cercare di capire chi, quando e come doveva essere accontentato. Però, nonostante il berlusconismo rappresenti una delle fasi più brutte della nostra storia recente, non si può paragonare ad autentici disastri, come l’abbandono dell’Italia in mano ai tedeschi operata dal Re dopo l’armistizio, ad esempio. Per quanto il sistema messo in piedi dopo “mani pulite” facesse schifo, nonostante tutto funzionava, e manteneva una parvenza di democrazia, anche se “rivista e corretta” in peggio. Anche se ora siamo ancora intossicati dallo scempio di anni di malgoverno, o forse nessun governo, nondimeno andando a votare era ben chiaro chi sarebbe stato il candidato premier del PDL, come pure era abbastanza chiara la sua linea politica: non c’erano dubbi su questo. - G. evidentemente non ha niente a che vedere con la follia che ha governato l’Italia in questi ultimi anni. Però, paradossalmente, potrebbe rivelarsi di una pericolosità ancora maggiore. E’ infatti chiaro che egli non sarà candidato premier alle prossime elezioni politiche 2013, o almeno così dice. Ma allora chi sarà questo candidato premier? Forse Gianroberto Casaleggio? Vediamo intanto che succede a Parma, dato che ad un mese dalle elezioni ancora la giunta non decolla. Sarà che è sempre più difficile trovare gente onesta, competente e non legata alla politica, sarà che il veto di G. è sempre lì pronto a scattare, sarà che la situazione lasciata dalla precedente giunta non è il massimo, Pizzarotti ha una strada tutta in salita davanti a sé. Figuriamoci come potrebbe trovarsi un ipotetico premier grillino: avere di colpo la responsabilità di uno degli stati più indebitati al mondo, dove anche Monti avrà (se continua così) fallito, richiederà idee chiare, fegato e prontezza, con l’ulteriore rischio di dover fronteggiare rivolte di massa. Non so se i partiti tradizionali potrebbero gestire il dopo-Monti, ma farlo gestire ad improvvisati della politica significa consegnare l’Italia a coloro che pilotano la crisi del debito, e che presumibilmente puntano ad instaurare una simil-dittatura europea. Un’altro scenario possibile, collegato ad un esploit elettorale del M5S, potrebbe essere un’impasse generata dall’indisponibilità del M5S a stringere alleanze e, contemporaneamente, l’impossibilità per gli altri di creare coalizioni abbastanza forti da raggiungere il minimo per governare, salvo il caso in cui si creasse una larghissima alleanza anti-Grillo, che realizzerebbe definitivamente il tanto temuto “inciucio”. RAPPORTI CON LA CHIESA - B. ha sempre vissuto il suo rapporto con la Chiesa nella logica “do ut des”: voi non mi pestate i piedi, ed io vi garantisco i soldi ed il supporto di cui avete bisogno. Comunque sia, è evidente il baratro in cui questo rapporto perverso ha precipitato la Chiesa: dapprima questa ha salutato il demagogo con entusiasmo, poi ha cominciato ad ingoiare rospi sempre più grandi, infine solo negli ultimi anni qualche esponente è riuscito ad emettere dei pareri negativi sulla sua condotta morale, se non proprio delle condanne, ed in qualche caso anche sulla sua politica. Nel caso Boffo l’attacco ha scatenato la “macchina del fango”, per la prima volta, su un personaggio legato alla Chiesa. - Ultimamente Gianroberto Casaleggio ha espresso la sua idea in merito al futuro delle religioni: scompariranno. Pertanto G., che è certamente allineato a quel pensiero (pur dichiarando di avere rispetto per la figura di Cristo), potrebbe incarnare abbastanza bene il futuro revisore degli attuali rapporti Stato-Chiesa, ovvero degli aiuti, sgravi fiscali ecc. che hanno caratterizzato la relazione fra lo Stato Italiano e la Santa Sede dal concordato in poi. A parte questo, è interessante il fatto che il capo del movimento politico più importante e promettente del momento non sia semplicemente cristiano od ateo o, tutt’al più, ebreo, come è sempre stato in passato, bensì legato a filo doppio al mondo islamico. La Chiesa Romana è evidentemente sotto attacco da parte di oscuri poteri, in questo momento: se anche G. è una pedina di questi poteri, è chiaro che il suo legame con l’Islam potrebbe essere non del tutto casuale. VISIONE DEL MONDO, PRESENTE E FUTURO - Il mondo di B. è sempre stato dominato dal capitalismo più sfrenato, e si rispecchiava in pieno nella politica di Bush junior: tutto esiste in quanto sfruttabile economicamente, o quantomeno finché può dare dei frutti. Poi si getta via. - Il mondo futuro che ha in mente Grillo somiglia pericolosamente a quello prospettato da quei controllori del mondo che chiamiamo Bilderberg Group. Questi (fra l’altro) vogliono limitare la nostra libertà ed i nostri consumi, e non disdegnano di sbandierare l’ambientalismo come specchietto per le allodole. Un alfiere di questa metodologia potrebbe essere Al Gore, ad esempio (7). Grillo non dà una ricetta precisa per il futuro. In particolare non dice quasi niente del futuro energetico dell’Italia, uno dei punti scottanti che nessuna forza politica ha la capacità (o la voglia) di affrontare. Parlare di Acqua Pubblica è giusto, l’ambiente è importantissimo, i trasporti pubblici vanno razionalizzati e potenziati, ma che sviluppo ci può essere nel mondo di domani? Che fine farà la nostra industria, sotto l’attacco dell’oriente? Quali strumenti prevede G. per rilanciarla? Quale connettività ha in mente, quella per controllare ogni nostro spostamento ed ogni nostra idea, oppure quella che dovrebbe evitarci le code agli sportelli della Posta o del Comune, e permetterci il telelavoro? Ma soprattutto G. dovrebbe dirci quale ruolo prevede per gli affaristi senza scrupoli, le Banche e la finanza senza regole, ovvero per coloro che stanno massacrando la nostra vita, ogni giorno un po’ di più. Marcello Pamio ( http://www.disinformazione.it/beppe_grillo.htm) ha cercato quali collegamenti si nascondono dietro la Casaleggio Associati, e sapete cosa ne è uscito fuori? JP Morgan Chase, e quindi, udite udite, nientemeno che i Rockefeller!!! Non sembra un pedigree ideale per gli scopi che si prefigge Grillo: egli infatti attacca a testa bassa i politici, ma ci fosse una volta in cui attacca le banche! Quindi anche lui è, in qualche modo, una longa manus di quei poteri che stanno portando l’Europa, ed il mondo intero, allo sfascio. Traiamo un brano da questa web page: http://www.disinformazione.it/lettera_paolo_barnard.htm “I nostri Personaggi e gli eventi che essi gestiscono (i Grillo, Travaglio, Guzzanti, Strada, Zanotelli, Ciotti, Moretti ecc., con le loro marce, manifestazioni, spettacoli di piazza, film ecc.) producono singolarmente cose (talvolta) egregie, ma collettivamente fomentano quella struttura compiendo un danno devastante, e che pochi ancora comprendono nella sua ampiezza e implicazioni. Quale danno? Essi di fatto svuotano l’Io dei loro seguaci impedendogli di divenire singole entità autonome e potenti, rendendoli (rendendoci) un esercito di anime incapaci, dunque minando la Società Civile Organizzata e la speranza che essa rappresenta.” Note: (1) Con questo non vogliamo condannare senza appello M5S o l’operato di Grillo; quest’ultimo, in molte occasioni, è stato l’unico che ci ha dato supporto e visibilità. Certamente molte, per non dire tutte, le iniziative di Grillo e del M5S sono state e saranno condivisibili. Qui vogliamo andare a cercare il pelo nell’uovo, cosa doverosa visto che appare sempre più verosimile che questa formazione politica raggiunga risultati paragonabili o superiori a quelli dei principali partiti italiani, anche in considerazione del fatto che grazie allo scellerato “porcellum” potrebbe avere una maggioranza parlamentare molto ampia. (2) Il rischio, se G. continuerà a cercare di controllare il M5S, è che qualunque amministrazione eletta in quell’ambito dovrà altalenare fra le esigenze di governo locale (o statale) ed il rispetto del rigido copione imposto. Rimane completamente aperto il caso in cui un gran numero di eletti sceglierà la strada dell’abbandono di M5S. (3) http://www3.lastampa.it/politica/sezion ... tp/455724/ (4) Il Meetup, come saprete, era nato per organizzare partite di pallone e “pizzate” in compagnia, oppure raccolte di beneficienza, non per fare politica ed informazione alternativa. Se lo confrontate con un qualunque forum php apparirà molto ben fatto per quanto riguarda la parte logistica degli incontri, mentre sarà estremamente deludente per la gestione delle discussioni. Anche questo non può essere un caso: un buon forum gratuito basato su php, magari personalizzato ad hoc, sarebbe costato un’inezia a Casaleggio, rispetto a quel che costa il Meetup a tutti i suoi utilizzatori, ed avrebbe dato una capacità di dialogo enorme. Questa lacuna contrasta con una delle 5 stelle, la connettività, in quanto il Meetup punta maggiormente sull’incontro fisico fra le persone. (5) Un altro indizio della strana “protezione” di cui dispone Grillo è ravvisabile nel totale abbandono che ha colpito esperimenti politici sicuramente sani (oserei dire “più sani”), ai quali ho partecipato personalmente: sono le liste civiche “Per il Bene Comune” e “La Rete dei Cittadini”. Ebbene, per quanto sforzo sia stato profuso in queste iniziative, non c’è stato modo di superare una lunga serie di ostacoli, posti in primis dalla stampa e dalla televisione. La politica non ci ha potuto ignorare completamente, né ci ha potuto ricoprire di fango, per cui ha preferito giocare sporco. Grillo parla di cittadini che prendono l’iniziativa politica, ma quando questo accade vengono bloccati su tutti i fronti. Se invece è lui che prende l’iniziativa, allora il messaggio passa. Questo fa supporre che Grillo, di fatto, sia un personaggio che ha un binario preferenziale sui media, e non è chiaro se perché già famoso come comico, o per qualche altro motivo recòndito. Addirittura il suo messaggio passa nonostante lui rifiuti la televisione. Le nostre iniziative cercavano il supporto dei media e non lo hanno trovato; lui evita i media come la peste e, nonostante questo, i media sono costretti a parlare di lui. Lui esiste con o senza i media, noi non esistiamo in ogni caso. Emblematica la risposta che giornali come La Repubblica o Il fatto Quotidiano ci hanno dato quando abbiamo cercato di capire perché ci snobbavano sistematicamente: “perché non interessate alla gente”. E lo decide La Repubblica se interessiamo o no? Probabilmente la lotta senza quartiere per il “voto utile” ha portato i media stessi a schierarsi per una delle due barricate, cercando di distruggere qualunque altra possibilità. Tuttavia proprio questo atteggiamento ha prodotto un risultato paradossale: lasciare Grillo da solo. Ora viaggia indisturbato verso la maggioranza relativa dei voti, e niente e nessuno può ostacolarlo: i partiti perché ormai bolliti, e noi delle liste civiche perché invisibili. Nel caso de “Il fatto Quotidiano”, però, c’è qualcosa di più che un calcolo: viene il sospetto che sia una testata nata apposta per dare un supporto allo stesso Grillo. Travaglio è da sempre un suo alleato: già nei primi anni del blog girava per i Meetup (fisicamente intendo) propagandando il suo libro “Le mille balle blu”. Inoltre lo stile dei suoi editoriali, come anche quello delle performances in tv ad Annozero, è evidentemente orientato a demolire la classe politica esistente, senza pietà e senza esclusione di colpi, ma tuttavia senza innescare un adeguato processo di autocritica nel movimento emergente: in pratica sono a senso unico. Nessuno se ne rende conto perché ancora si ragiona secondo il vecchio criterio centro-destra-sinistra, ma in realtà sta crescendo un’alternativa che, per quanto ispirata a criteri di ambientalismo, consumo critico e crescita sostenibile, è ancora troppo giovane. Viene quasi da pensare che la “cacciata” di Santoro dalla Rai sia dovuta più alla necessità di chiudere ogni spiraglio a Grillo, che ad ogni altra considerazione. Questo è anche confortato dal fatto che la Rai si è scagliata in maniera spropositata contro Travaglio, che ultimamente era soltanto un ospite della trasmissione e parlava si e no per 5 minuti, contro gli sproloqui incontenibili dei faccendieri di partito. Nella situazione attuale Grillo è talmente ben identificato a livello mediatico, e così distaccato da tutto il resto, ed i suoi avversari così simili ed appiattiti (nonostante tutto), che chiunque ragioni in modo diverso dall’estabilishment politico (cioè chiunque non abbia conflitti d’interesse e sia ben informato) rischia di portare voti al 5 stelle, e di toglierli alla politica tradizionale, che lo voglia o no. (6) “Le Confessioni di un Illuminato – Volume 2”, di Leo Zagami. Blog di Paolo Franceschetti: http://paolofranceschetti.blogspot.it/2 ... telle.html (7) Intendiamoci, siamo d’accordo anche noi che i consumi debbano essere limitati, e che la nostra libertà sarà giocoforza limitata da questo, ma c’è modo e modo di farlo! C. E. |
- la macchina internet di G. (il suo blog) è analogamente ben salda nelle sue mani: le influenze del Meetup sugli articoli del blog sono praticamente nulle. Di fatto è G. che usa il blog per istruire i suoi, mentre questi possono disporre soltanto del Meetup, e certamente non possono dire quello che gli pare. Esemplare il caso Sandro Pascucci, che arrivò ad urlare durante uno spettacolo “Le banche ti hanno chiuso la bocca?” e venne espulso dai Meetup centinaia di volte, mentre cercava di far passare in qualche modo il problema del signoraggio bancario. G. lo ha sempre ignorato: alla fine chi aveva ragione?
mai stato a uno spettacolo del grill0 amico dei banchieri e mai urlato in vita mia, meno che mai in pubblico.
tutti quelli che ho seviziato, manipolato, PNLlato in questi anni possono testimoniare la mia prima scelta per
scantinati, boschi isolati e ex cave di tufo per esprimere e operare il mio talento di mostro.
per il resto, la storia sui meetup ecc.. è vera.
tanto per amore della verità.